Aggiornato a
Iscriviti alla nostra newsletter

Finiper e Conad cambiano l'asse della gdo italiana

Finiper e Conad cambiano l'asse della gdo italiana
Finiper e Conad cambiano l'asse della gdo italiana

Finiper e Conad cambiano l'asse della gdo italiana

Information
Redazione

Finiper (Iper La Grande I + Unes) cresce a tutto campo e si allea con Conad, sicuramente il protagonista più dinamico del nostro attuale panorama distributivo.

Quello che ne nasce è di fatto una centrale con un peso valutato dal "Sole 24 Ore", in circa 14 miliardi di acquisti comuni, o 15,2 se si prende come parametro la pura somma dei fatturati (12,7 miliardi Conad, oltre 2,5 Gruppo Brunelli), operazione non troppo ortodossa, la pura addizione, visto che l'intesa non coprirà certo il 100% dei prodotti e le cifre in gioco non si riferiranno al sell out. Ma i calcoli servono a dare un ordine di grandezza.

Il tutto gravita, almeno formalmente, intorno al non alimentare. Ma il tandem - efficace dal 2015 e valevole fino al 2025, con rinnovo prestabilito nel 2020 – ha anche molto a che vedere con il food, visto che nella nota ufficiale si parla espressamente di “strategie per valorizzare la marca del distributore - ricorrendo a una logistica sviluppata - e di valorizzare i prodotti autenticamente italiani. Queste attività – prosegue il comunicato congiunto - riguarderanno anche un'opportuna collaborazione, in fase di negoziazione, per sviluppare nuovi prodotti con fornitori nazionali e internazionali e migliorare la qualità dei servizi offerti ai clienti”.  Come si dice, a buon intenditor...

Il patto, all’indomani della ratifica dell’autoscioglimento di Centrale Italiana, voluto e finalmente benedetto, il 17 settembre, dall’Antitrust, si attesta opportunamente sul 14%, dunque un punto in meno rispetto a un’eventuale sbarramento da parte dell’Agcm, come sottolinea opportunamente “Il Sole 24 Ore”.

Si pone però l’interrogativo della cosiddetta Conalec, ossia di quei 39 ipermercati a marchio E. Leclerc-Conad, sopravvissuti allo scioglimento di Coopernic nel 2013, che ha visto appunto l’uscita dalla centrale intereuropea del socio francese. E’ dubbio che il patto franco-italiano ne esca ancora indenne. Anzi è praticamente scontata la caduta dopo la resurrezione di Coopernic annunciata il 29 settembre e formata da Coop, Leclerc e Delhaize.

 

Non dovrebbe invece, a rigore, essere toccata la struttura di Core, la piattaforma che vede schierate Conad, Colruyt (Belgio), Coop Svizzera e Rewe Group. Si potrebbe ipotizzare un futuro ingresso di Finiper, ma queste sono, almeno per ora, fantasie.

Marco Brunelli aveva promesso lo sviluppo già in marzo 2013, dopo l’entrata di Fondo Strategico Italiano, che ha sottoscritto un aumento di capitale riservato per una quota di minoranza qualificata fino al 20% in Finiper, con un possibile ulteriore apporto di capitali.

E mentre festeggia i 40 anni di “Iper La Grande I”, Brunelli può dirsi più che soddisfatto, con un impero da 2,5 miliardi di fatturato, 170 Unes declinati nei vari format, 27 “Iper”, àncore di altrettanti centri commerciali.

Non solo, ma come ciliegina sulla torta arriva l’inaugurazione, probabilmente non lontana e in concomitanza con Expo 2015, di Arese Shopping Center, a mezz’ora da Milano nella rinnovata area Alfa Romeo. Parliamo, almeno secondo il progetto formulato dallo Studio Conte dell’architetto Michele De Lucchi, di una superficie gla di 90.000 mq, articolata su due livelli, 200 negozi, comprese 25 attività di ristorazione, 7,8 milioni di abitanti nell’isocrona dei 60 minuti.

Roba da fare invidia a Westfield Milano - apertura probabile nel 2017, 175.000 mq totali – almeno se si considera che il progetto Arese sarà concepito come una shopping valley, e dunque destinato a diventare il magnete di molti altri business circostanti: palestre, cinema, laboratori artigianali, socializzazione e divertimento in genere.

Qui l’imprenditore milanese investirà, a regime, ben 700 milioni di euro, in accordo con il gruppo immobiliare Euromilano, sempre di Finiper, Intesa San Paolo, Unipol e altri. Intanto Banca Imi e Ubi Banca hanno guidato una cordata di istituti di credito che sborserà 200 milioni di prestito iniziale.

La grandeur regna anche in casa Conad. Il gruppo, ormai a un soffio dalla leadership, ha avuto un’estate rovente e lunga, contrariamente alle meteorologia vera: 56 ex Billa rilevati al 22 settembre (altre piccolissime “dosi” potrebbero seguire), 15 strutture dell’aretina Despar Duegi Centro Italia di Cadla Spa rilevate da Conad Tirreno, l’aggiudicazione, per 16 milioni e 50.000 euro di alcune aree di Rimini Fiera (superficie lorda utile di 14.000 mq e creazione prevista di un superstore di 2.500 metri quadrati), per finire con il ventilato, ma per ora non riesumato, progetto di un fondo immobiliare di 800 milioni, agganciato a una Sgr, che dovrebbe concentrare e amministrare i beni della rete.

Chi ha sempre accusato di “nanismo” la nostra gdo ha, a questo punto, buoni motivi per aggiustare il tiro.

  • Ti è piaciuto l'articolo?

    Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.

       
    EdizioniDMh50  

Logo Ristorazione Moderna

distribuzionemoderna.info

- Copyright © 2024 Edizioni DM Srl - Via G. Spadolini, 7 - 20141 Milano | P. IVA 08954140961 - Tutti i diritti riservati | Credits