di Luca Salomone

Proteine vegetali in sostituzione delle carne, cibo d’asporto, ma sostenibile, regimi alimentari sani: sono le tematiche food che, nel 2021, hanno generato più conversazioni su Twitter a livello mondiale e che dovrebbero continuare a guidare il 2022, anche perché si tratta di concetti acquisiti, per quanto trendy.

Il quadro emerge dal rapporto Birdseye, realizzato da Twitter e Talkwalker, multinazionale di consumer intelligence che, attraverso sistemi di intelligenza artificiale, segue oltre 2.500 marchi sui temi inerenti al consumo.

Le alternative proteiche

Ben l’87,8% delle conversazioni sull’alimentare, come accennato, verte sulle alternative proteiche. «Con il veganismo, che è diventato ormai uno dei regimi più popolari, le proteine veg sono oggi l’argomento più discusso – conferma Francesco Turco, marketing executive di Talkwalker –, rispetto ai derivati degli insetti o, comunque, di origine animale. Nel complesso, possiamo dire che le alternative alla carne sono percepite generalmente come più raccomandabili dagli utenti Twitter».

Questa convinzione, sulla quale ovviamente si può discutere o non concordare, rientra in un discorso più generale, che mette al centro la sostenibilità.

La giusta confezione

Nel giro di un anno, nonostante il tema della pandemia abbia rubato la scena, le conversazioni sui problemi ambientali, sono cresciute, addirittura, del 263,6 per cento sul 2020.

E infatti, per i prodotti, i consumatori vogliono confezioni a ridotto o ridottissimo impatto, specie per quanto riguarda l’asporto e la consegna a domicilio.

Si chiedono imballaggi biodegradabili e sostenibili, cannucce compostabili o, addirittura, commestibili, borse e contenitori riutilizzabili e pellicole alimentari derivate da farine o amidi. «Non è un caso – sottolinea Turco - che ci sia stata una crescita del 34% delle conversazioni con la parola chiave ‘consegna’».

Il terzo elemento evidenziato dal ‘Twitter Birdseye report’ è l’attenzione a stili alimentari attenti e progrediti. L’analisi ha segnalato come ci sia stato un incremento costante dei post sul mangiare sano, con una variazione complessiva del 17 per cento.

Tutti a dieta, anzi a digiuno

I contenuti delle conversazioni hanno perlopiù riguardato diverse tipologie di diete, dalla chetogenica, alla mediterranea, alla paleolitica, al veganismo, per arrivare al digiuno intermittente: quest’ultimo è stato il più citato, presente nel 13,9% dei tweet.

«Non solo – aggiunge Turco –. Ben il 19,6% delle conversazioni inerenti alle diete è stato utilizzato per condividere immagini dei piatti preparati dagli utenti, seguendo i diversi regimi. Questo evidenzia come le persone impieghino i social nella loro funzione originaria, ossia per entrare a far parte di una comunità, condividendo i propri stili».

Se la sostenibilità si è dimostrata, nel 2021, un tema rovente, è ovvio che gli scambi riguardanti la sostenibilità alimentare siano cresciuti, ma meno di quanto ci si aspetterebbe, ossia del 13%, guidati però, con il 46,5% dei tweet, della generazione ‘Z’ (nati fra il 1995 e il 2010, ndr.), a dimostrazione del crescente interesse green delle nuove generazioni.

Ultimo, ma non meno importante, l’argomento dello spreco. Dall’analisi del sentiment emerge come il 75,3% delle opinioni sottolinei, in modo critico, l’incapacità, o trascuratezza dimostrate dagli operatori economici e dai consumatori nel trovare efficaci sistemi preventivi.