Sarà Lazard a intervenire in soccorso di Toys “R” Us, che rischia il fallimento a causa di 5 miliardi di dollari di indebitamento, di cui 400 milioni prossimi alla scadenza a fine anno.

Lo scrive Jessica DiNapoli sul sito di Reuters. Per l’occasione si muoverà lo stesso Chetan Bhandari, da gennaio managing director della blasonatissima merchant bank americana, che rivestirà il ruolo di direttore finanziario senior del giocattolaio più famoso del mondo, nel tentativo di ristrutturarne i conti.

Fondata nel 1948 a Rockville, nello Stato del Maryland, Toys ha fatto scuola in tutto il mondo, Italia compresa, come multispecialista di giocattoli su grandi superfici e ha raggiunto una rete di 1.600 negozi nel mondo, di cui oltre la metà negli Usa, sotto insegna omonima e con altri marchi, come Babies “R” Us e Kids “R” Us.

Anche se questa volta i giornali americani parlano, senza mezzi termini, di fallimento, non è la prima volta che il colosso americano, che pure ha un fatturato netto prossimo ai 12 miliardi di dollari e un calo di vendite tutto sommato lieve (-2,2% nel 2016) si trova in gravi difficoltà.

La colpa, se di colpa si può parlare è soprattutto della concorrenza delle dot.com, Amazon prima di tutto, che drenano i migliori picchi stagionali, ma anche dell’intensità promozionale di giganti come Walmart, che a propria volta presidia sia il canale fisico che quello telematico.

Ovviamente anche Toys “R” Us ha un proprio e-commerce, sul quale ha investito almeno un centinaio di milioni in tempi recenti: ma evidentemente la forza di questo retailer sta più che altro nello spettacolare e straordinario assortimento dei punti vendita, una componete che il commercio elettronico non potrà mai sostituire e che potrebbe diventare la vera chiave dell’ennesimo risanamento.