Forse il prossimo Natale non vedremo i prodotti Melegatti sugli scaffali, anche perché, mentre sono ormai partite le campagne acquisti per pandori, panettoni & C., la prima asta per la vendita dell’azienda è andata deserta e dei vari pretendenti non è rimasto nessuno.

E questo nonostante un prezzo abbordabile, 18 milioni di euro, per un marchio che risale al 1894 ma che è affossato da un debito stimato in 50 milioni di euro. Dall’altro lato c’è però un potenziale di fatturato di circa 70 milioni.

La storica azienda veneta, dichiarata in fallimento a maggio 2018 dal collegio del Tribunale di Verona, insieme alla controllata Nuova Marelli di San Martino Buon Albergo (VR), attende ora un secondo bando di acquisto. Ma i tempi non si annunciano brevi.

L’autorità giudiziaria e i curatori lasciano trapelare la volontà di indire la prossima gara a partire da settembre e, nel frattempo, di continuare la procedura di esercizio provvisorio. La base d’asta sarà, ovviamente, inferiore a quella fissata in precedenza.

Ricordiamo che, dopo il concordato preventivo, che risale all’autunno 2017, sono naufragati almeno due piani di salvataggio, da parte, nell’ordine, del fondo maltese Abalone, affiancato poi da Dal Colle Dolciaria, e di Hausbrandt che aveva espresso, in febbraio, la propria volontà di rilevare l'azienda per risanarla.