Saldi: cosa cambia, il 6 luglio, con la nuova legge
Saldi: cosa cambia, il 6 luglio, con la nuova legge
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di Luca Salomone
Partono domani, 6 luglio, in tutta Italia i saldi estivi 2023.
Oltre alla data unica, obbiettivo raggiunto faticosamente, nel tempo, dalle associazioni di categoria e con un leggero posticipo che si deve alla Conferenza Stato Regioni, onde evitare fenomeni di concorrenza interna, vengono introdotte alcune importanti novità in base alla legge vigente dal 1° luglio di quest’anno (decreto legislativo 7 marzo 2023, che recepisce la direttiva europea 2019/2161).
Più rispetto per il consumatore: i trasgressori saranno puniti
Cosa cambia? In sostanza c’è maggiore serietà verso il consumatore. Inutile dire che vengono spazzate vie pratiche molto discutibili, come il rialzo di prezzo poco prima della campagna sconti, per poi abbassarlo artificiosamente, ma soprattutto i ribassi si dovranno applicare sul prezzo al pubblico più basso raggiunto nei precedenti 30 giorni, onde evitare distorsioni e mistificazioni più sottili.
I trasgressori saranno puniti con sanzioni pecuniarie da 516 a 3.098 euro. E la regola dovrà essere adottata anche dagli operatori del web.
I saldi, che dureranno 60 giorni o 8 settimane, non sembrano essere interessati, quest’anno, dal solito, aleatorio, balletto di previsioni sull’ammontare di spesa pro capite e per famiglia....a meno che le immancabili stime non arrivino nelle prossime ore.
Le vacanze assorbiranno 14 miliardi di quattordicesime?
Tuttavia, come ricorda Fismo-Confesercenti, che si è battuta invano per spostare la data al 21 luglio, dunque veramente a fine stagione, «dobbiamo sostenere un comparto che ancora non si è ripreso. Dopo la pandemia c’è stata un’immediata ripartenza, ma già nel 2022 la spesa degli italiani in moda è tornata a scendere. Si è attestata sui 29,8 miliardi, quasi 900 milioni di euro meno dell’anno precedente, e ancora 5,3 miliardi di euro sotto i valori del 2019. Dobbiamo mettere i piccoli negozi nelle condizioni di sopravvivere, nonostante gli aumenti di utenze e costo del personale. Se non si invertirà questa rotta non si riusciranno a scongiurare ulteriori chiusure nel nostro comparto: negozi che sono diminuiti di oltre ottomila unità, negli ultimi quattro anni. È una prospettiva intollerabile, in quanto il settore moda rappresenta, da sempre, una delle maggiori espressioni del Made in Italy».
Nota positiva: nel frattempo circa 10 milioni di italiani, tra fine giugno e inizio luglio, hanno ricevuto la quattordicesima mensilità, una risorsa ingente, 14 miliardi di euro totali secondo Ipsos e Confesercenti, che tuttavia sarà ampiamente destinata alle vacanze, imminenti o già iniziate e per le quali si attende il pienone.
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