Dati inediti quelli emersi nell’ambito del progetto Famiglie&Consumi, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e realizzato mediante la rilevazione dei prezzi dei principali beni di consumo alimentari da parte del Movimento Difesa del Cittadino e del Codacons. Le due associazioni hanno monitorato 42 voci del settore alimentare in tre canali di vendita: negozio al dettaglio, grande distribuzione e mercati rionali.

I 42 prodotti corrispondono a una simulazione di spesa di scorta mensile per famiglia e riguardano pertanto le principali categorie merceologiche e nutrizionali. Dalla rilevazione svolta nel mese di gennaio si riscontra che fare la spesa presso il supermercato o il negozio sotto casa non determina grandi differenze in tema di risparmio. In alcuni casi si osserva addirittura come comprare presso la gdo costi il 4% in più rispetto al dettagliante.

L’area geografica più cara risulta essere il Centro dove il totale della spesa raggiunge i 269 euro contro i 222 del Sud e Isole, il 17% in più. Al Nord la spesa media è invece di 232 euro, con Torino che si dimostra la città più cara dell’area per chi fa la spesa al supermercato, con 361 euro. La città meno conveniente del Centro è invece Perugia che registra un picco di 340 euro sempre nella gdo.

Il vero risparmio si può raggiungere nei mercati rionali dove per molti prodotti si registrano notevoli differenze al ribasso fino a circa il 20%.  C’è però da sottolineare come nei mercati rionali non ci sia un’offerta ampia dal punto di vista della gamma e come in alcune città dello Stivale questo tipo di canale sia del tutto assente. Difficile trovare le conserve, la pasta, ampie offerte di olio e surgelati.