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Plma: un altro anno memorabile per le private label

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Plma: un altro anno memorabile per le private label

Plma: un altro anno memorabile per le private label

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Fabio Massi

I marchi del distributore hanno raggiunto, secondo Nielsen, i valori massimi in 9 Paesi europei e, per la prima volta, la media, su 20 nazioni, è al 30 per cento: il dato emerge dalla nuova edizione dell’

lmainternational.com/it/international-private-label-yearbook">Annuario internazionale del marchio del distributore di Plma (Private label manufactures association), con sede ad Amsterdam.

Le statistiche evidenziano valori, o trend, eclatanti in Germania, Italia, Paesi Bassi, Belgio, Polonia, Austria, Svezia, Norvegia e Danimarca. I maggiori aumenti di quota sono stati registrati in Austria, con una salita di 2,8 punti, fino al 43%, seguita da Germania, +2,1 e 45% e Polonia, con +1,4 e 30 . In 7 Stati lo share è del 40% e oltre: Regno Unito, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Spagna e Portogallo.

In Italia il trend espansivo è cresciuto per il quinto anno consecutivo, registrando il maggiore slancio dal 2012. E si prevede un'ulteriore salita con l’ingresso di Aldi e Leader Price e con lo sviluppo rete di Lidl.

Spiega Brian Sharoff, presidente di Plma: “Le chifre dimostrano che il 2016 è stato un altro anno memorabile. Continua così la tendenza di lungo termine, che mostra che il successo del marchio del distributore non è legato ai cicli dell’economia, ma riflette la crescente fiducia nei MDD”.

La quota, nel Regno Unito, è rimasta, come accenato, oltre il 45% e la Pl sembra pronta a riprendere la crescita grazie all’espansione dei programmi a marchio dei supermercati, che in questo modo rivaleggiano con i discount.

In Francia la penetrazione si è piazzata oltre il 30% per il tredicesimo anno consecutivo. Più a Nord, in Danimarca, Norvegia e Svezia, si sono registrate variazioni apprezzabili e, per la prima volta, gli MDD hanno sfondato la barriera del 30 per cento.

Capofila, nell’area centro orientale, è la Polonia, cresciuta di oltre un punto, superando la quota del 30. L’Ungheria è rimasta stabile al 34%, mentre Repubblica Ceca e Slovacchia hanno anch’esse doppiato la soglia dei 30 punti.

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