La multinazionale svedese metterà, tramite InterIkea, 500 milioni di dollari e le strutture, a ridosso di punti nevralgici – stazioni ferroviarie, aeroporti, centri direzionali – avranno anche 300 camere. Il conto? Non troppo salato, giurano i bene informati. Anche perché nella fascia di medio prezzo Moxy dovrà misurarsi con colossi del calibro di Ibis, l’insegna della francese Accor, con 1.277 strutture.
Nell’arredamento nulla sarà in stile Ikea, anche se verranno impiegati materiali e tecniche per contenere le spese costruttive, come i moduli prefabbricati.
Ma cosa c’entra Ikea in tutto questo? Secondo il WSJ “i dirigenti della multinazionale dei mobili in kit hanno puntato su un settore relativamente al riparo dalla crisi, specie se si parla della fascia media di offerta”. Dopo l’Italia sono nel mirino di Moxy la Gran Bretagna, la Germania, l’Austria e i Paesi Bassi.