Nome in codice Moxy. Data prevista: fine 2013. Location: Milano. Target: 50 hotel in tutta Europa nel giro di 5 anni. Comincia così con un grande botto annunciato poche ore fa dal Wall Street Journal la prevista, ma non prevedibile, marcia di Ikea nel settore alberghiero. Il partner è decisamente di alto bordo: Marriot, che in questo modo, con un format più disinvolto, decisamente low cost, intende avvicinare i giovani.

La multinazionale svedese metterà, tramite InterIkea, 500 milioni di dollari e le strutture, a ridosso di punti nevralgici – stazioni ferroviarie, aeroporti, centri direzionali – avranno anche 300 camere. Il conto? Non troppo salato, giurano i bene informati. Anche perché nella fascia di medio prezzo Moxy dovrà misurarsi con colossi del calibro di Ibis, l’insegna della francese Accor, con 1.277 strutture.

Nell’arredamento nulla sarà in stile Ikea, anche se verranno impiegati materiali e tecniche per contenere le spese costruttive, come i moduli prefabbricati.

Ma cosa c’entra Ikea in tutto questo? Secondo il WSJ “i dirigenti della multinazionale dei mobili in kit hanno puntato su un settore relativamente al riparo dalla crisi, specie se si parla della fascia media di offerta”.  Dopo l’Italia sono nel mirino di Moxy la Gran Bretagna, la Germania, l’Austria e i Paesi Bassi.