Morato cresce ancora e, dopo Roberto, acquista Pandea da Granarolo
Morato cresce ancora e, dopo Roberto, acquista Pandea da Granarolo
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Granarolo cede a Morato Pane il ramo d’azienda Pandea, specializzato nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno con e senza glutine.
Pandea, che opera a Parma dal 1946, era stata acquisita a fine 2016 dal colosso italiano, 1,3 miliardi di fatturato, a un’asta fallimentare indetta dal Tribunale di Verona. La società ha registrato, nel 2019, ricavi di 12 milioni di euro, dei quali oltre 10 realizzati all’estero, in particolare in Francia e Inghilterra.
“L ’operazione – spiega Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo - rientra nel nuovo piano industriale volto a concentrare gli sforzi sul mercato core del diary in Italia e all ’estero. Vogliamo recuperare profittabilità attraverso una semplificazione del modello di business e una focalizzazione sul mercato del latte e dei derivati che prevedrà anche acquisizioni”
Secondo Stefano Maza, amministratore delegato di Gruppo Morato “l’acquisizione rappresenta un’ulteriore apertura allo sviluppo del business internazionale, che già oggi rappresenta oltre il 30% del fatturato. L’operazione è stata chiusa in collaborazione con la socetà Armando De Angelis, guidata da Paolo Pigozzo, ex direttore generale di Pandea, permettendoci così di capitalizzare il suo know-how nel mercato senza glutine, estendendo la presenza a nuove categorie di prodotto rispetto a quelle che oggi il gruppo presidia grazie alla partnership con Orva”.
Morato rappresenta oggi il secondo player nel mercato del pane industriale in Italia e in Spagna. Considerando sia il business a marca che le private label, in Italia il gruppo detiene una quota di mercato a volume di oltre il 30% sui pani industriali e del 10% nel segmento dei grissini; inoltre, con le sue tre marche principali, Morato, Roberto – acquisito a luglio 2020 - e Orva può vantare la leadership all’interno di molti comparti del bakery industriale.
Morato consolida oggi un fatturato di circa 250 milioni di euro, di cui più del 30% sviluppato all’estero.
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