Lavazza punta a tutta forza sull’estero. Dopo l’inaugurazione ieri, 23 settembre, del suo flaghsip di Londra (il secondo in Europa dopo quello di Milano centro), su 500 mq e tre livelli, in Great Marlborough Street, il big torinese ha formato una società mista, in cui detiene la maggioranza (65%), con Yum China Holdings.

Lo scopo è di inaugurare, da qui al 2025, ben 1.000 caffetterie nel territorio della Repubblica Popolare.

Lavazza e Yum China sono alleate dal 2020, quando hanno aperto, a fine aprile, il negozio portabandiera di Shanghai, nel quartiere elegante di Jing’an, seguito da un’altra ventina di caffetterie nelle maggiori città: Shangai, di nuovo, e poi Hangzhou, Beijing, Guangzhou…

La joint venture parte con una dotazione iniziale di 200 milioni di dollari. Da ricordare il prestito di 500 milioni di euro che Lavazza ha ottenuto, nei giorni scorsi, da un pool di banche formato da Bnl, Bpm e Banca Intesa Sanpaolo.

Yum China è un vero colosso della ristorazione cinese, con 10.000 locali in oltre 1.500 città e un fatturato 2020 di 8,3 miliardi di dollari.

Lavazza ha chiuso l’esercizio 2020 in ribasso a causa del Covid: il fatturato consolidato è sceso di 5 punti, a 2,085 miliardi, mentre l’Ebitda ha perso il 13% et l’utile netto il 34 per cento.

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