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Mediaworld coniuga virtuale e reale
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Mediaworld coniuga virtuale e reale
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Intervistato dalla “Repubblica” il nuovo amministratore delegato di Mediaworl, Maurizio Motta, ex ceo del gruppo, fa il punto sul futuro dell’insegna leader dell’elettronica.
/div>Lo scenario non si presenta certo facile, come dimostrano i numerosi episodi di crisi e chiusure, a partire dalle filiali italiane di Darty e Fnac. La stessa Mediaworld ha accusato, fra il 2010 e il 2011, un arretramento del giro di affari da 2,5 a 2,3 miliardi e anche il 2012 non si è svolto sotto i migliori auspici, anche se il quarto trimestre ha dato un respiro al colosso di origine tedesca (gruppo Metro), che ha beneficiato dei lanci di nuovi modelli di smartphone, dell’impulso dei tablet, della ripresa dei grandi elettrodomestici che fanno segnare un rialzo di circa 4 punti.
Motta confessa che in testa alle sue preoccupazioni c’è un significativo calo dei visitatori – 7% in media su una rete di 115 store, di cui 19 Saturn – calo dovuto soprattutto alla concorrenza dei retailer on line, Amazon in primis. Spariranno dunque i negozi fisici? Difficile crederlo. Per Motta la verità sta nel mezzo: “I due canali – ha spiegato al quotidiano – devono diventare complementari. Il cliente può decidere se comprare on line e poi ritirare la merce al negozio. Oppure prova un prodotto nello store e, in un secondo momento, lo acquista in rete. Insomma dobbiamo cercare di integrare virtuale e reale, in modo tale che i due canali facciano squadra e non si escludano a vicenda”.
Se da un lato si stima che l’e-commerce by Mediaworld marcerà su un tasso in sintonia con il resto del canale, ovvero tra il 15-20%, Motta promette anche un ampliamento della rete di circa 3-4 negozi l’anno e addirittura di triplicare le referenze medie, dalle attuali 6.000 a 18.000, oltre all’inaugurazione di due nuovi Saturn, a Roma e Palermo.
Ma la domanda è: se i trend dell’on line e dell’off line sono tanto divaricati estendere la rete e la proposta commerciale è la strategia corretta? Una domanda che si fanno tanti altri operatori del settore. E infatti molti pensano a negozi più piccoli, incentrati su un’offerta basica e sul servizio al cliente, che è poi la direzione presa da Fnac in Francia, con i suoi supermercati culturali di prossimità. La sfida rimane e la sua storia è ancora tutta da scrivere. Il successore di Pierluigi Bernasconi sarà certo fra i protagonisti.
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