Dieci miliardi di dollari, quasi quanto il giro d’affari di un colosso come Ferrero: tanto rischia di costare a McDonald’s l’accusa di razzismo lanciata da Byron Allen, comico e attore afroamericano, nonché magnate dei media, con un patrimonio netto stimato in 400 milioni di dollari.

Due società del suo impero hanno fatto causa al re degli hamburger in quanto esso avrebbe messo in atto discriminazioni nella scelte di carattere pubblicitario quando si tratta di imprese controllate da neri americani, scelte che tenderebbero, invece, a privilegiare società controllate dai bianchi.

Il tutto deriva dal fatto che Mac non ha mai investito volentieri attraverso Allen Media Group, almeno secondo quanto sostiene l’accusa.

Ora il procedimento, con relativa decisione sulla 'super multa', è davanti ai giudici della Corte Superiore della California, con sede a Los Angeles.

La catena di fast food ha cercato di rimediare e ha dovuto dichiarare che aumenterà la spesa sui mezzi di comunicazione di imprenditori afroamericani dal 2 al 5% per tutto il quinquennio a venire. Non solo: Mac si è anche impegnato a portare dal 4 al 10% la porzione di investimenti canalizzati attraverso società pubblicitarie appartenenti a donne e a minoranze.

Allen non ha commentato la notizia e quindi, implicitamente, ha fatto capire di volere procedere ugualmente per vie legali.