Tempi sempre più grami per il consumatore e per l’economia in generale. Secondo i dati diffusi da Istat i prezzi salgono ancora a gennaio, cosa che a tutta prima pare inspiegabile, dato che sia l’industria, sia la distribuzione, hanno fatto uno sforzo per contenere i rincari. Ma hanno pesato altri fattori.

Secondo Federalimentare “la crescita del 4,2% del carrello della spesa sconta soprattutto il grande aumento dei costi energetici, che nel 2011 hanno segnato un incremento medio dell’11,3%, con uno spunto a dicembre del 13,7%. I prodotti dell’industria alimentare, infatti, hanno segnato nel 2011 un incremento medio del 2,4%,  ben al di sotto del tasso di inflazione del 3,2%, confermando così i propri meriti calmieratori. I dati di gennaio, inoltre, sono fortemente influenzati dal fermo dell’autotrasporto e dalle rigide condizioni meteorologiche".

 

Le cifre vanno a sommarsi a indicazioni altrettanto preoccupanti emerse il 10 febbraio, quando l’associazione confindustriale ha sottolineato che gli  indici di produzione industriale di dicembre hanno confermato la flessione della produzione del settore alimentare. Secondo l’ufficio studi della stesa Federalimentare “ la variazione sui dodici mesi 2011/2010 sui dati grezzi evidenzia un calo della produzione alimentare pari all’1,7%, flessione che a parità di giornate lavorative sui dodici mesi si contrae al -1,1%, dato decisamente negativo anche in considerazione delle serie storiche della produzione industriale degli ultimi 40 anni. Il 2011 segna, poi, un altro primato negativo: il settore alimentare conosce per la prima volta la flessione peggiore rispetto al totale industria, fermo al -0,7%”.

Intervistato da Agenparl , Agenzia parlamentare per l’informazione politica ed economica, il presidente dei Senatori dell’Italia dei Valori, Felice Belisario, ha commentato: “Se il carrello della spesa aumenta, in controtendenza con l'inflazione che su base mensile si è leggermente abbassata, significa che a crescere sono prevalentemente i prezzi dei prodotti di prima necessità, quelli di cui nessuno può fare a meno. Insomma, solo alcuni prezzi aumentano, e a risentirne sono soprattutto i ceti più deboli che dei beni primari non possono fare a meno". Dunque, conclude l’esponente politico, se è vero che la colpa prevalente è dei carburanti e della logistica, diventa sempre più necessario un intervento forte delle Autorità per tenere la situazione sotto controllo.