Alcuni dati rilasciati ieri da Coop Adriatica dimostrano che però non è più il cliente finale a lasciarsi strumentalizzare dalla leva promozionale, ma è la leva promozionale che viene strumentalizzata dal cliente.
E così l’ammasso di pentole, lenzuola, piccoli elettrodomestici, piatti e posate che erano il premio di una faticosa caccia al bollino è finito in soffitta, scavalcato dalla scelta del buono sconto.
In Coop Adriatica il 99% di coloro che hanno seguito una collection ha optato durante l’ultimo anno per ottenere un piccolo credito con il quale fare ulteriori acquisti, oppure avere ricariche telefoniche gratuite o ancora ulteriori ribassi su articoli già scontati. La percentuale, ormai quasi assoluta, era però già intorno all’85% nel biennio 2005-2006, dunque molto elevata. L’appesantirsi di 14 punti in 6 anni dimostra parecchie cose ovvie e meno ovvie: intanto è una cartina al tornasole dello stato di sofferenza delle famiglie; in secondo luogo rivela che di valigette, radioline portatili e peluche gli italiani francamente non sanno più cosa farsene e preferiscono se mai acquistarli al bisogno dove preferiscono.
In tutto questo ha fatto eccezione la raccolta organizzata, tra novembre e dicembre, da Esselunga per ottenere i pupazzi Dreamworks, un’idea che ha messo in agitazione tutte le famiglie con bambini del centro-nord. Ben 18 bollini a fronte di 180 euro di spesa, più altri 2,90 euro da sborsare cash per portarsi via characters come Shrek, Alex, Shifu, Ciuchino e via discorrendo. Dunque neanche tanto conveniente. Eppure è stata una manovra da oscar del marketing. Segno che, quando l’idea è buona, i vecchi premi hanno ancora un appeal, specialmente se puntano sulla complicità di un decisore di acquisto occulto, quanto potente, come è il bambino.
Sempre nel mondo Coop Adriatica si fanno notare – come riporta “La Repubblica” - ulteriori elementi indicativi della recessione “intelligente”: le vendite di farina destinate a farsi il pane in casa sono lievitate – è il caso di dirlo – del 25%, quelle di carne rossa hanno perso circa 5 punti, compensati in volume, ma ovviamente non in valore, da una straordinaria performance di pollo, tacchino e maiale.