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Latte e derivati: al via l'origine obbligatoria in etichetta

Latte e derivati: al via l'origine obbligatoria in etichetta
Latte e derivati: al via l'origine obbligatoria in etichetta

Latte e derivati: al via l'origine obbligatoria in etichetta

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Redazione

Al via il decreto sull’origine obbligatoria in etichetta per il latte e i formaggi italiani: il provvedimento è stato congedato venerdì, 9 dicembre, dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina e da Carlo Calenda, titolare dello Sviluppo Economico.

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La temuta bocciatura dell’Ue che sarebbe potuta arrivare entro la mezzanotte del 13 ottobre, non è pervenuta, e il nostro esecutivo ha avuto implicitamente via libera.
Allo stato attuale la nostra Penisola è, insieme alla Francia, la sola ad avere una legislazione di questo tipo all’interno dell’Unione.

“Con questo nuovo sistema, una vera e propria sperimentazione in Italia, sarà possibile indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte Uht, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini – spiega una nota del Mipaaf -. Il provvedimento si applica al latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale”.

Il decreto prevede che le indicazioni siano chiare, visibili e facilmente leggibili e che le diciture da utilizzare comprendano sia il Paese di mungitura, sia quello di condizionamento o trasformazione.

Qualora il latte, tale e quale o utilizzato come ingrediente, sia stato munto, confezionato e trasformato, nella stessa nazione, l'indicazione può essere assolta con una sola provenienza, come "Origine del latte: Italia". Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più nazioni, diverse dalla nostra, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: latte di Paesi Ue, latte condizionato o trasformato in Paesi Ue, o Paesi non Ue. Sono esclusi dagli obblighi solo i prodotti Dop e Igp, che hanno già disciplinari d'origine, e il latte fresco tracciato.

I primi commenti arrivano da Coldiretti. “In questo modo si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta – afferma il presidente, Roberto Moncalvo -. Si tratta anche di un importante segnale di cambiamento a livello comunitario, sotto la spinta dell’alleanza con la Francia, che ha adottato un analogo provvedimento”.

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