Mini deregulation del commercio francese. Dopo un iter molto tormentato – circa un anno di dibattiti e 3 passaggi all’Assemblea Nazionale – Parigi ha finalmente approvato le 12 domeniche di apertura, contro le 5 precedenti, previste dalla legge Macron, dal nome del ministro dell’Economia, Emmanuel Macron (nella foto).

Nel quadro di una norma dedicata soprattutto alle misure di rilancio, il tema del giorno festivo come momento di acquisto ha suscitato scontri infiniti tra i sostenitori del piccolo commercio (contrari) e quelli della Gdo (ovviamente favorevoli), ma anche perché l’Esagono ha una lunga, quanto ferrea tradizione di rispetto delle pause festive.

La liberalizzazione completa - tutte le 52 domeniche dell’anno – è prevista solo per le zone turistiche, per le aree con il maggiore potenziale di vendita e per le gallerie commerciali annesse alle stazioni ferroviarie. In questi casi è comunque prevista la vigilanza dell’Esecutivo e dei Sindaci.

Pesantissime le sanzioni per chi tenterà di usare la liberalizzazione come strumento anticoncorrenziale: si passa dai 2 milioni attuali al 5% del fatturato netto realizzato in Francia, con ulteriori adeguamenti, proporzionali al vantaggio tratto dall’autore delle pratiche contro il libero mercato.

La legge Macron ha infine esteso i poteri dell’Antitrust in tema di alleanze fra i distributori, che ora dovranno essere notificate all’Autorité de la Concurrence con 2 mesi di anticipo.