L'Agcm emette nove provvedimenti anti contraffazione
L'Agcm emette nove provvedimenti anti contraffazione
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Falsi e patacche nel mirino dell’Agcm.
Con 9 provvedimenti contro altrettanti operatori on line che vendevano prodotti contraffatti, l’Antitrust ha, infatti, disposto la sospensione di ogni attività diretta a diffondere i contenuti di 252 siti Internet, tutti collocati all’estero. Le decisioni sono dovute a pratiche commerciali scorrette e ingannevoli.
Sulla base di diverse segnalazioni, in particolare quelle ricevute dall’associazione Adoc e da Indicam (Istituto Centromarca per la lotta alla contraffazione), l’Agcm ha accertato che questi siti danno “informazioni non rispondenti al vero in merito alla natura, alle caratteristiche dei prodotti e all’utilizzo di diversi marchi”. Sarebbero state omesse, inoltre, “informazioni rilevanti sull’identità e l’indirizzo geografico” dei rispettivi operatori.
Sui siti di cui è stata disposta la sospensione, venivano venduti prodotti di varia natura, come occhiali da sole di note marche commerciali, considerati anche pericolosi perché alcune loro caratteristiche – dalla protezione dei raggi UV alla qualità delle lenti - non corrisponderebbero a quelle indicate. Oppure scarpe da passeggio e da ginnastica, che su numerosi campioni sequestrati rivelavano la presenza di cromo esavalente, una sostanza altamente tossica o di un’altra denominata Dmf, una preparazione anti-muffa presente per lo più nei sacchetti inseriti nelle scatole delle calzature.
Per l’esecuzione dei provvedimenti, l’Authority potrà avvalersi della collaborazione del Nucleo speciale antitrust della Guardia di Finanza. In caso di inottemperanza, verrà applicata la sanzione amministrativa pecuniaria (da 10.000 a 5 milioni di euro) ed eventualmente, dopo reiterata inottemperanza, l’attività d’impresa sarà sospesa per un periodo non superiore a un mese.
Ricordiamo che l’Italia è particolarmente colpita dal fenomeno della contraffazione. Secondo quanto riporta 'Il Sole 24 Ore', una recente ricerca dell’Osservatorio Euipo, istituto che tutela la proprietà intellettuale, dimostra che, nei soli settori dell’abbigliamento e accessori, scarpe, giocattoli, gioielli e orologi, la perdita di fatturato è di più di 6 miliardi all’anno, il dato più alto in Europa, prima di quello della Spagna (5,6 miliardi) e della Francia (5 miliardi). Aggiungendo anche il food, che peserebbe, secondo Federalimentare, 1 miliardo di euro, il conto del Bel Paese arriva a un totale annuo superiore ai 7 miliardi.
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