E’ arrivata ieri dall’Agm una maxi stangata da 340.000 euro che ha investito Danone, Colussi e Galbusera. Accusa: pubblicità ingannevole. E anche se la multinazionale francese ha già annunciato il ricorso, viene il dubbio che certe agenzie pubblicitarie e un certo tipo di marketing, pur di far leva su temi di successo come, in questo caso, la salute e il benessere, premano a volte un po’ troppo sull’acceleratore, con il risultato di fare finire il cliente fuori strada.

Danone: qui la pietra dello scandalo, costata 180.000 euro, è lo yogurt Danaos: 5 spot e il sito aziendale sostengono che il calcio assunto dalle donne non è spesso pari al loro fabbisogno. La cura? Naturalmente un vasetto del benefico alimento che colma la metà del quantitativo quotidiano necessario. L’Antitrust replica che tale soglia non è uguale per tutti e varia per giunta a seconda dell’età, che il consumo di yogurt è eccessivamente enfatizzato e che il cosiddetto Metodo Danaos, in collaborazione scientifica con il Policlinico Gemelli di Roma, non è circostanziato con i necessari particolari pratici e scientifici di detta collaborazione.

Galbusera: 60.000 euro. La linea finita nel mirino dell’Agcm è quella dei crackers integrali RisoSuRiso e di alcuni biscotti di questo medesimo brand, propagandati come contenenti una quota di grassi in meno rispetto alla concorrenza. Ma manca il “prospetto di raffronto del prodotto con altri prodotti congeneri presenti sul mercato”. La campagna anche qui ha coinvolto parecchi mezzi: tv, radio, telepromozioni, Internet. Il messaggio dell’Antitrust è molto chiaro: la comparativa in Italia si fa solo con le cifre alla mano.  Per motivazioni più o meno simili, che hanno messo in discussione nei due casi anche i packaging, è stata colpita Colussi: 100.000 euro per alcuni prodotti della linea Misura. Anche qui si sono riscontrati casi di parecchie lacune nell’esporre tabelle nutrizionali comparative complete.