Aggiornato a mercoledì 29 ottobre 2025
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Iva atto secondo

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Fabio Massi
Sebbene il premier Mario Monti, al termine dell'ultimo Consiglio dei Ministri abbia rifiutato l'accusa secondo la quale la politica corrente non sarebbe orientata al semplice aumento delle tasse, piuttosto che a un più sano taglio dei costi, la mazzata dell'Iva ha colpito ancora duro. E si tratta di un'imposta destinata a deprimere i consumi e i consumatori, dunque un intero sistema: fornitori, industrie, distribuzione, più, ovviamente l'esercito degli uomini della strada. Il tutto in un clima in cui gli acquisti languono e in cui si prevede, per l'anno a venire, un calo del Pil nell'ordine dello 0,5%.

L'iva ordinaria, quella attualmente al 21%, passa, da settembre 2012, al 23%, mentre quella agevolata lievita dal 10 al 12%. Il tutto frutterà circa 40 miliardi di introiti spalmati su tre anni. Ma a che prezzo?

C'è indubbiamente di che preoccuparsi, visto che già ora il sentiment degli italiani non è certo ai massimi livelli. Secondo l'ultimo osservatorio di Findomestic, presentato a Milano venerdì scorso il 76% dei nostri connazionali ha contratto o contrarrà i consumi.

Negli ultimi 12 mesi la fascia da 24 a 59 anni, quella insomma a più elevato potere di spesa, ha ridotto i propri budget per gli acquisti delle principali categorie merceologiche: molte spese sono state rimandate nel tempo e ad altre si è rinunciato definitivamente. Fra le voci semplicemente congelate, c'è tutto l'universo delle tecnologie e della casa.

Il 25 novembre Federdistribuzione, commentando i dati Istat sulle vendite al dettaglio faceva presente una diminuzione dall’inizio dell’anno dello 0,7% analoga a quella registrata nel mese di agosto; fatto questo che, unito al costante incremento dei costi (energia, trasporto, tasse locali, ecc.), pone in difficoltà le imprese distributive. “Preoccupa in particolare il calo di tutti i settori non alimentari - fa presente la Federazione - che segnano una diminuzione dell’1,2%. Questo dato indica che vengono rimandati alcuni acquisti per dedicare le risorse disponibili ai soli prodotti estremamente necessari.
       
       

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