Mentre il conflitto sta bloccando ben 25 milioni di tonnellate di grano nei silos ucraini e dopo che, sabato 15 maggio, l’India ha decretato il blocco delle esportazioni per proteggere la propria materia prima, minacciata dalla siccità, si teme una crisi alimentare globale. I prezzi sono andati alle stelle e, il 16 maggio, il grano duro è rincarato del 4,6% e quello tenero del 5,48 per cento.

Nonostante la nazione indiana abbia poi allentato le restrizioni, la situazione resta esplosiva, dal momento che Russia e Ucraina rappresentano, da sole, circa un terzo delle esportazioni globali e visto che ci sarebbero tentazioni speculative.

Lo teme Italmopa, Associazione degli industriali mugnai d’Italia, aderente a Confindustria, che sottolinea che se queste tensioni dovessero perdurare nel tempo si potrebbe originare un contraccolpo tanto forte da investire violentemente alcune nazioni particolarmente vulnerabili, rischiando di generare una carestia.

«In questa situazione di grande incertezza - commenta Emilio Ferrari, Presidente Italmopa - non possiamo escludere la crescente tentazione sia da parte di alcuni Stati esportatori, di promuovere misure protezionistiche volte a tutelare, in primis, l’approvvigionamento del mercato interno, sia di alcuni detentori della materia prima di effettuare operazioni di ritenzione, con l’auspicio di un ulteriore incremento delle loro quotazioni. Il nostro Paese, strutturalmente deficitario rispetto al proprio fabbisogno in frumento – circostanza che non potrà in alcun modo essere superata neanche nel futuro - si troverebbe pertanto particolarmente esposto nel caso di un’insufficiente fluidità del commercio cerealicolo internazionale».

«Nel corso delle ultime settimane - prosegue Ferrari - le nostre aziende molitorie, con particolare riferimento a quelle che operano nella trasformazione del frumento tenero per la produzione di farine, stanno così registrando, nonostante il forte incremento dei prezzi, una carenza di offerta che, se confermata, renderebbe problematici sia il corretto e continuo approvvigionamento dell’industria in termini di materia prima, sia la programmazione dei flussi logistici, per quanto riguarda il prodotto proveniente dall’estero. Una situazione, pertanto, che dovrà essere attentamente monitorata e responsabilmente affrontata nell’interesse dei consumatori, là dove questa nostra segnalazione dovesse, malauguratamente, trovare riscontro anche nel corso delle prossime settimane».