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Istat: un nuovo bollettino di guerra

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Istat: un nuovo bollettino di guerra

Istat: un nuovo bollettino di guerra

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Redazione

Calano in maggio le vendite al dettaglio e cede, a luglio, la fiducia dei consumatori: è sempre un bollettino di guerra il comunicato mensile dell’Istat sul carrello degli italiani.

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Una volta esaurito il trascinamento delle vendite pasquali e un minimo di ottimismo dovuto al bonus governativo di 80 euro, i nostri connazionali hanno dato una violenta sforbiciata al food (-1,2% su aprile), mentre il non alimentare nel complesso ha perso un po’ meno, attestandosi a -0,3 per cento. Dall’inizio dell’anno la flessione si attesta complessivamente al -0,7%: -0,4% per l’alimentare e -0,8% per il non alimentare.


I numeri indice, relativi al sentiment degli italiani, flette a 104,6, da 105,6, con un prosieguo della percezione negativa sia del quadro economico del Paese sia della propria situazione personale. Intanto il pericolo deflazione si fa sempre più concreto, ben peggiore dell’inflazione, visto che il cedimento dei prezzi è la spia di vendite che devono continuamente venire incontro agli scarsi redditi e dunque di un clima di sgretolamento.
 
“Nel mese di maggio le vendite di prodotti alimentari sono diminuite sostanzialmente con la stessa dinamica di quelle dei beni non alimentari, cosa che non avveniva nei periodi precedenti – commenta Giovanni Cobolli Gigli, Presidente di Federdistribuzione  – . E’ il segno che per le famiglie le difficoltà sono ancora molte, arrivando fino al punto da costringerle a comprimere anche le spese alimentari”.
 
“A fine maggio è avvenuta la prima erogazione degli 80 euro in busta paga per un ampio numero di lavoratori – continua Cobolli Gigli - Secondo le nostre informazioni più aggiornate, nei mesi di giugno e luglio non vi è stata un’inversione di tendenza nel trend delle vendite. I cittadini che hanno ricevuto il bonus non sembra che, per il momento, lo abbiano destinato in parte significativa verso i consumi dei beni di uso più comune, trattenendolo per i futuri e ancora molto incerti impegni fiscali o indirizzandolo alla rigenerazione dello stock di risparmio, fortemente intaccato negli ultimi anni”.

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