di Luca Salomone

Non è un retail per piccoli. Secondo Confesercenti, che ha condotto una puntuale analisi dei dati camerali, il 2023 sarà ricordato come uno degli anni più difficili per in negozi indipendenti, con appena 20 mila opening, in calo dell’8% rispetto al 2022. La cifra è anche la più bassa degli ultimi dieci anni: nel 2013 le aperture erano state oltre 44 mila, più del doppio.

E' dinamico solo l'online

Più in dettaglio il crollo, frutto di un insieme di fattori, come inflazione, calo dei consumi, avanzata delle grandi catene, riguarda quasi tutte le tipologie di commercio in sede fissa, con flessioni particolarmente rilevanti per i negozi di articoli da regalo e per fumatori (-91% di inaugurazioni), per i gestori carburanti (-80%), per edicole e punti vendita di giornali, riviste e periodici (-79%,), ma anche per gli indipendenti di tessile, abbigliamento e calzature, che nel 2023 dovrebbero registrare solo 2.167 iscrizioni di nuove attività, -3.349 rispetto a dieci anni fa.

Fra le attività del commercio, il lancio di nuove imprese appare in aumentano solo nell’online, che vede esplodere le iscrizioni rispetto a dieci anni fa (6.427 quest’anno, il 188% in più). Ma è un numero assolutamente insufficiente a compensare il calo di natalità complessiva del settore (-23.320 rispetto al 2013).

Bancarelle verso la sparizione

In caduta libera, poi, il commercio su aree pubbliche: quest’anno il comparto dovrebbe registrare solo 3.626 nuove imprese, con un crollo di 9.377 attività rispetto al 2013.

Il pauroso tonfo è il culmine di una tendenza discendente: nel 2022 le nuove imprese sono state solo 4.008, nel 2021, invece, 6.009. Numeri lontanissimi dai livelli del 2013 (13.003) e dei primi anni del decennio passato. Se il trend dell'ultimo biennio si mantenesse inalterato, già nel 2025 non ci sarebbero più nuove iscrizioni.

Nessuna regione sfugge alla riduzione, con livelli di aperture nel 2023 ovunque inferiori rispetto allo scorso anno. Questo è vero soprattutto nel Lazio (-11%) e Sardegna, Campania e Sicilia (tutte a -10% rispetto al 2022).

Nel confronto decennale, invece, la denatalità peggiore, in proporzione, è registrata dal Piemonte (-70% rispetto al 2013, pari a 3.201 opening in meno). Seguono, in questa classifica negativa, la Sardegna (-67%, pari a -852 aperture), il Lazio (-62%, -2.784 neoimprese) e la Sicilia (-61%, -2.360 iscrizioni).