Seconda giornata di sciopero nazionale, sabato 19 dicembre, dei lavoratori della distribuzione, dopo una prima tornata, il 7 novembre, che purtroppo non ha condotto alla ripresa dei negoziati.

In una nota Filcams Cgil, che si mobiliterà insieme a Fisacat Cisl e a Uiltucs, espone le ragioni dei sindacati. Dopo avere definito vano il tentativo di Federdistribuzione “di minimizzare le pesanti richieste di riduzione del costo del lavoro presentate al tavolo negoziale”, l’organizzazione annuncia la linea dura, pur dicendosi disposta a trattare.

“Non cederemo sulla cancellazione degli istituti economici previsti dal contratto, in particolare sul taglio degli automatismi contrattuali riferiti agli scatti di anzianità e ai passaggi di livello, come anche sui permessi retribuiti e sulla sospensione della tredicesima e della quattordicesima mensilità ai fini della maturazione del trattamento di fine rapporto».

Altrettanto dura la replica di Federdistribuzione. Il fatto che si tratti dell’ultimo sabato prima di Natale, denota, secondo il presidente, Giovanni Cobolli Gigli, “uno scarso senso di responsabilità da parte dei sindacati, per una decisione che potrebbe arrecare disagio alle persone interessate agli acquisti e minare la sostenibilità del settore".

"Le trattative si sono interrotte perché abbiamo trovato un muro di fronte a qualsiasi nostra proposta - continua -. Vogliamo un contratto per i nostri collaboratori, ma veniamo da anni difficili, con cali di fatturato e redditività vicine allo zero.

"In questo quadro non possiamo accettare le condizioni sindacali, che vorrebbero una mera applicazione degli incrementi economici concordati con Confcommercio: si tratterebbe infatti di aumenti superiori all'inflazione previsionale, che comporterebbero inevitabilmente ricadute negative per il settore".

Cobolli Gigli, che ribadisce il concetto di un rafforzamento, sul pianto contrattuale, delle misure di welfare aziendale, conclude: "Non abbiamo alcuna intenzione di ridurre le retribuzioni o di peggiorare le condizioni di lavoro. Infatti, contrariamente a quanto diffuso, aumenteremo i salari, manterremo la 13a e la 14a mensilità, manterremo le attuali maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo, manterremo gli scatti di anzianità".