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Hp e le vittime del cloud computing
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Hp e le vittime del cloud computing
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Nel secondo trimestre 2012 il fatturato netto di Hp si è attestato a 30,7 miliardi dollari, in calo del 3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La società ha dunque annunciato un piano pluriennale di ristrutturazione per alimentare l'innovazione e consentire un forte investimento diretto a semplificare i processi di business e a giocare d’anticipo sul versante dell’innovazione. Il risvolto più doloroso è sicuramente il taglio di circa 27.000 posti di lavoro (l’8% degli addetti totali) entro l’autunno del 2014.
La ristrutturazione dovrebbe generare risparmi per 3-3,5 miliardi, di cui la maggior parte saranno reinvestiti in azienda. HP prevede di impiegare questa enorme somma per promuovere alcune aree di interesse strategico, dal cloud alla sicurezza dati.
"Queste iniziative si basano sul nostro recente riallineamento organizzativo, diretto a ottimizzare ulteriormente le nostre operazioni, migliorare i nostri processi e rimuovere la complessità della nostra azienda - ha detto Meg Whitman, ceo e presidente della corporation -. Alcune di queste azioni sono difficili perché comportano la perdita di posti di lavoro, ma necessarie per finanziare a lungo termine il benessere dell’azienda”.
Pe interpretare il senso della strategia avviata dalla major americana bisogna pensare al moltiplicarsi delle piattaforme dati, che oggi comprendono sempre più spesso oggetti che vanno oltre i normali computer: dai tablet agli smartphone. I dispositivi sono sempre più interconnessi in tempo reale, il che implica una forte richiesta, sia da parte delle aziende che dei privati, di soluzioni software capaci di girare in remoto, ossia in quello spazio chiamato “la nuvola” (cloud, in inglese). Su questo fronte sono impegnati già i maggiori vendor di hardware e software: Microsoft, Apple, Google e, per citare un caso italiano, Telecom Italia. La concorrenza è molto elevata, e i prezzi sono decisamente bassi. Basti pensare che l’utilizzo della piattaforma cloud di Google, riservata agli operatori economici, ha un costo di appena 40 euro annui per licenza.
La ristrutturazione dovrebbe generare risparmi per 3-3,5 miliardi, di cui la maggior parte saranno reinvestiti in azienda. HP prevede di impiegare questa enorme somma per promuovere alcune aree di interesse strategico, dal cloud alla sicurezza dati.
"Queste iniziative si basano sul nostro recente riallineamento organizzativo, diretto a ottimizzare ulteriormente le nostre operazioni, migliorare i nostri processi e rimuovere la complessità della nostra azienda - ha detto Meg Whitman, ceo e presidente della corporation -. Alcune di queste azioni sono difficili perché comportano la perdita di posti di lavoro, ma necessarie per finanziare a lungo termine il benessere dell’azienda”.
Pe interpretare il senso della strategia avviata dalla major americana bisogna pensare al moltiplicarsi delle piattaforme dati, che oggi comprendono sempre più spesso oggetti che vanno oltre i normali computer: dai tablet agli smartphone. I dispositivi sono sempre più interconnessi in tempo reale, il che implica una forte richiesta, sia da parte delle aziende che dei privati, di soluzioni software capaci di girare in remoto, ossia in quello spazio chiamato “la nuvola” (cloud, in inglese). Su questo fronte sono impegnati già i maggiori vendor di hardware e software: Microsoft, Apple, Google e, per citare un caso italiano, Telecom Italia. La concorrenza è molto elevata, e i prezzi sono decisamente bassi. Basti pensare che l’utilizzo della piattaforma cloud di Google, riservata agli operatori economici, ha un costo di appena 40 euro annui per licenza.
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