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Gruppo Casillo investe a Roma

Gruppo Casillo investe a Roma
Pasquale Casillo

Gruppo Casillo investe a Roma

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Luca Salomone

Un intervento di riqualificazione urbana di oltre 47mila mq lungo la Via Flaminia, a nord della Capitale.

È il Vecchio Mulino di Roma, il progetto presentato, a Cannes, dal top management di Casillo Group nell’ambito dell’ultima edizione di Mipim (10-14 marzo), salone dedicato all’immobiliare e all’urbanistica.

Gli interventi in programma

Proprietaria del lotto è la società a responsabilità limitata Vecchio Mulino di Roma, a sua volta controllata dal gruppo alimentare di Corato (Bari), colosso da oltre 2,2 miliardi di euro di fatturato nel 2023, specializzato nel grano duro e tenero.

Sono previsti molteplici interventi: la realizzazione di circa 350 appartamenti e 400 box auto, servizi commerciali e infrastrutturali per i futuri residenti, ampie aree verdi.

La realizzazione, in capo a Casillo Partecipazioni, presieduta da Pasquale Casillo, sorge su un’area in precedenza occupata da un impianto di molitura, ora dismesso e a sua volta edificato su una cava ottocentesca completamente esaurita.

Sorge nel futuro quartiere, e precisamente in Via Flaminia 961, anche un mausoleo romano di grande valore storico, la Tomba dei Nasoni, uno dei rari esempi di sepoltura “a capella”, scoperto nel 1674 e risalente al secondo secolo dopo Cristo.

I prossimi passi

Lo stesso Pasquale Casillo ha precisato che «l’intervento non è volto a creare una mera sequenza di edifici, perché riteniamo che quest’area abbia le potenzialità di fare nascere un vero e proprio nuovo quartiere nella città di Roma, con tanto verde e possibilità di interazioni sociali negli spazi comuni»

Tempistiche. Come ha spiegato a Requadro l’amministratore unico della società Vecchio Mulino di Roma, Antonio Mongelli, «siamo attualmente impegnati nel completamento di un iter di approvazioni molto complesso, ma crediamo che in pochi anni questo progetto possa incidere positivamente su un intero comparto della città, trasformando edifici degradati, o dismessi, attraverso la promozione di interventi di elevata qualità architettonica ed edilizia, che miglioreranno anche la sostenibilità ambientale».

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