L’Antitrust conclude il procedimento istruttorio, iniziato a novembre 2021, sulla fusione Arcaplanet-Maxizoo e individua, come riporta il bollettino di ieri, lunedì 14 marzo, 78 mercati locali e altrettanti punti vendita, quasi tutti nel Nord Italia, dove sussistono indici critici di prossimità concorrenziale e dove la quota congiunta delle parti è mediamente pari al 51% e quella del secondo operatore del 10 per cento, con un gap di 41 punti.

Le parti collaborano

I due protagonisti del deal – rassicura l’Agcm - hanno già proposto cessioni idonee a risolvere le preoccupazioni concorrenziali sulla costituzione, o il rafforzamento di una posizione dominante nella vendita al dettaglio di prodotti pet su un’ampia porzione del territorio nazionale. Tali cessioni, tramite un significativo rafforzamento di operatori già attivi nel settore, consentiranno di ripristinare quel significativo vincolo competitivo che l’operazione avrebbe fatto venire meno.

La concentrazione viene autorizzata, dunque, a fronte di un’ampia sforbiciata. Se per ragioni di riservatezza l’Agcm non precisa i tempi, delinea invece le caratteristiche dei possibili compratori che dovranno essere soggetti indipendenti, anche commercialmente, da Arcaplanet e Maxizoo e dalle imprese a esse collegate, avere risorse finanziarie idonee ed essere collocati, possibilmente, in una posizione di mercato di spicco. Qualora la vendita si rivelasse particolarmente difficile, o impossibile, sarà nominato un advisor.

Il mercato nel mirino

Bisogna precisare che il mercato individuato è quello dei prodotti premium e superpremium. “Il prezzo medio di un chilo di alimenti venduti dai pet shop – rileva l’Autorità - risulta più che doppio rispetto a quello della Gdo. La moderna distribuzione (che pure è il canale prevalente, ndr.), appare infatti orientata sulla fascia di prezzo medio-bassa, con un’offerta volta soprattutto a garantire maggiore convenienza, in termini economici e di velocità di acquisto”.

Le indagini dell’Acgm, partite, come detto, a novembre 2021 e in seguito, a gennaio 2022, corroborate con un supplemento di documentazione, definiscono i limiti di un’operazione che vede protagonisti il fondo Cinven, proprietario di Arcaplanet, e, per una significativa quota di minoranza, Fressnapf, la casa madre tedesca di Maxizoo.

A giugno 2021 Cinven, private equity internazionale con base a Londra, dopo avere acquistato Arcaplanet dai fondi Permira, aveva contestualmente annunciato la fusione, che vede in gioco più di 360 punti vendita Arcaplanet e circa 135 Maxizoo, per un fatturato aggregato di oltre mezzo miliardo di euro.