Cattive notizie per il food. Secondo l’Ufficio studi di Federalimentare l’export, nel 1° bimestre 2020, ha mostrato ancora un passo premiante rispetto all’export totale. Ma perderà questo vantaggio contingente e subirà un effetto sinergico perverso, tra la caduta internazionale dello sviluppo e l’arresto specifico del canale Horeca, seguito da una sua ripresa molto graduale e comunque insufficiente. In alcuni Paesi sono già emersi, a marzo e nella prima metà di aprile, tagli dell’export fra il 50% e l’80% per i comparti più legati ai mercati oltre confine.

Le contrazioni hanno colpito inoltre i segmenti di prodotto medio-alti che caratterizzano il fuori casa, e che offrono i margini migliori alle aziende, contraddistinguendo la personalità stessa del Made in Italy di settore.

“D’altra parte – secondo l’ufficio studi - nessuno può prevedere quando questo canale tornerà a pieno regime: l’unica cosa sicura, purtroppo, è che ciò non avverrà nell’anno in corso”.

Vendite interne: esaurito l’effetto scorte, le riserve accumulate nelle dispense degli italiani dovranno essere consumate. Ciò, assieme alla raggiunta consapevolezza che la filiera è solida e gli approvvigionamenti sono assicurati, provocherà una flessione degli acquisti domestici. Tanto più alla luce dell’erosione di capacità di acquisto in atto nel Paese, per la crisi dilagante, e la scomparsa, o quasi, dell’importante fetta di consumi dovuta al turismo estero.

“Si ricorda che il fuori casa è stato l’unico segmento in salute sul mercato alimentare interno, nell’ultimo decennio. Al punto da raggiungere un terzo dei consumi totali, a parziale compensazione della costante discesa di quelli domestici. Il buco dell’Horeca impatterà quindi, con grande crudezza, anche sui trend di produzione”.

La produzione, anche se ha messo a segno ancora uno spunto espansivo nel 1° bimestre ed è stata poi supportata, a marzo, dalle scorte domestiche, è destinata anch’essa a declinare rapidamente e in modo marcato: graverà l’accennato declino del mercato interno non più compensato, come sempre avvenuto finora, dal sostegno dell’export.

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