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Piccoli esercenti in ginocchio: la denuncia di Confcommercio

Piccoli esercenti in ginocchio: la denuncia di Confcommercio
Piccoli esercenti in ginocchio: la denuncia di Confcommercio

Piccoli esercenti in ginocchio: la denuncia di Confcommercio

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Redazione

Del tutto insufficienti le misure introdotte finora per le imprese e il lavoro autonomo per fare fronte all’emergenza Covid-19.

Il 92% sottolinea la sproporzione assoluta fra il danno economico subito con il lockdown e le risorse finora stanziate (e in moltissimi casi non ancora arrivate). Questo uno degli allarmanti dati che emergono da un’indagine realizzata da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza in materia di impatto economico del Covid-19 sul terziario e le relative misure di sostegno.

Al sondaggio - 30 aprile 3 maggio - hanno risposto 1.752 fra società e attività professionali, al 90% piccole imprese fino a 9 addetti.

“Dopo oltre due mesi di lockdown totale – commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, - la stragrande maggioranza dei piccoli imprenditori non ha ancora ricevuto gli aiuti promessi. Il problema è tanto più drammatico se si pensa che la Fase 2 sarà progressiva e sperimentale, dunque, tutt’altro che in grado di permettere una ripartenza piena. Il che significa aziende e posti di lavoro realmente a rischio. La situazione che abbiamo evidenziato è relativa alla grande Milano, ma è simile su tutto il territorio nazionale”.

Grave anche il tema della cassa integrazione, richiesta dal 55% dei soggetti, ma, nel 95% dei casi, non ancora erogata ai dipendenti.

Fra le misure che il terziario reputa prioritarie, quasi il 76% indica gli indennizzi e i contributi a fondo perduto. Tra i sostegni destinati a Pmi e autonomi (decreti Cura Italia e Liquidità) l’intervento finora più diffuso è stato il contributo Inps di 600 euro, indicato dal 91,5% dei rispondenti.

Anche per quanto concerne i finanziamenti bancari – soprattutto il prestito fino a 25.000 euro con il 100% di garanzia dello Stato – il giudizio è molto critico quando si parla di modalità e tempi di risposta degli istituti di credito. L’80% giudica insufficiente la reazione delle banche.

Ma non è tutto. Il 70,7% reputa che le misure di prevenzione del contagio comporteranno maggiori costi, in un quadro di mercato difficile e che non consente di recuperare le perdite accumulate.

Nella foto: Carlo Sangalli

Scarica l'indagine

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