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Federalimentare lancia l'allarme sull'effetto coronavirus

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Federalimentare lancia l'allarme sull'effetto coronavirus

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Redazione

Federalimentare lancia l’allarme sulle possibili ricadute del coronavirus: la Cina – ha spiegato il presidente, Ivano Vacondio, non è ancora uno dei mercati principali per l'industria alimentare italiana, ma è senz'altro uno di quelli più importanti a livello mondiale.

Insieme all’India contribuisce per oltre il 45% alla crescita globale e fino a ieri, dopo aver segnato solo un +1,2% nel 2019, faceva registrare un +2,4% nell'anno in corso.

“Alla luce dei recenti sviluppi – ha detto Vacondio - temiamo che la questione del coronavirus porterà a un brusco freno del commercio internazionale, primo driver dello sviluppo, colpendo un'economia in crescita come quella cinese".

"Dal punto di vista commerciale complessivo, l’Italia oscilla attorno al quindicesimo posto come partner della Cina, mentre per quanto riguarda l'industria alimentare italiana, lo stato asiatico si pone al 18° posto".

Nel dettaglio, l’export agroalimentare italiano 2018 in Cina ha raggiunto 422 milioni di euro, con un calo del 2,6% sull’anno precedente. Le importazioni agroalimentari 2018 italiane dalla Cina, invece, hanno toccato 584 milioni, con un saldo passivo di 162 milioni.

L’agroalimentare, sempre nel 2018, ha inciso per il 3,2% sull’export totale italiano in Cina, pari a 13,1 miliardi. Nel 2019, la sua incidenza è salita al 3,3%, grazie al fatto che l’anno scorso l’export agroalimentare è tornato, con un +3,5%, sui livelli del 2017, attorno alla quota di 435 milioni.

“È evidente comunque che, al di là di qualche aggiustamento, manca ancora una spinta espansiva di fondo solida e coerente – continua il presidente -. Pur non registrando grandi performance, tuttavia, l'Italia è al primo posto come fornitore alimentare del mercato cinese per quanto riguarda la pasta, al secondo per l’olio di oliva, al 4° per il vino e al 5° per la cioccolata. Non sono grandi numeri, ma ci sono grandi prospettive di crescita. Inoltre, se l'economia cinese subirà un rallentamento per la questione del coronavirus, come è molto probabile e come già sta accadendo per alcuni settori, a rimetterci sarà l'economia globale, Italia compresa, colpita da un effetto domino".


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