Nella giornata nazionale contro lo spreco alimentare, che ricorre oggi, 5 febbraio, Coop tira le somme di un impegno che dura da anni, il progetto “Buon Fine”, grazie al quale, nel 2019, sono state recuperate 6.190 tonnellate di cibo, destinate a 948 associazioni di volontariato in tutta Italia.

Il recupero ha permesso di generare non meno di 7,5 milioni di pasti, per un valore di più di 30 milioni di euro.

Le donazioni Coop sono state sostanzialmente in linea con quelle dell’anno precedente e il meccanismo è stato oltremodo facilitato dalle semplificazioni amministrative poste in essere con la Legge Gadda (166/2016), entrata in vigore da poco tempo.

C’è anche da dire che il 70% delle donazioni interessa prodotti freschi e freschissimi e questo spiega la particolarità del modello Coop rispetto a quelli di altre organizzazioni. Un modello di donazione a chilometro zero perché, immediatamente, dai 661 punti vendita coinvolti si raggiunge, attraverso la rete capillare delle associazioni e grazie al lavoro congiunto di dipendenti e soci la destinazione individuata (mense, case di accoglienza ecc.). È una sorta di rete protettiva, diversa da territorio a territorio, ma capace comunque di dare vita a un’importante operazione di inclusione sociale.

Inoltre, a fianco delle donazioni, Coop ha sviluppato nel tempo “Mangiami subito”, l’altra misura di contrasto allo spreco alimentare attraverso la vendita di prodotti vicini alla scadenza, a prezzi scontati dal 50 al 60%, a fine giornata. Questa misura ammontava a più di 52 milioni di euro di valore stimato nel 2019.

Va ricordato che, secondo il Rapporto 2020 dell’osservatorio Waste watcher, lo spreco finalmente diminuisce ed è, per la prima volta, in calo nelle case degli italiani: gettiamo 4,9 € a settimana nella spazzatura, ma erano 6,6 nel 2019. In poco più di un anno l’Italia ha risparmiato 1 miliardo e mezzo, invertendo la tendenza dello spreco del 25%.