“L’erosione del potere d’acquisto – scrive l’Istituto - è ormai un dato di fatto per 7 italiani su 10 (71,5%), che hanno visto nell’ultimo anno diminuire nettamente, o in parte, la capacità di affrontare le spese con le proprie entrate”.

A mutare non sono solo i modelli di consumo, che si esprimono con la contrazione dei budget indirizzati al superfluo (tempo libero, pasti fuori casa, parrucchiere, estetista ecc.), ma anche i modelli di acquisto (e-commerce e mercato dell’usato).

Ci si rivolge più spesso a punti vendita economici, come grandi magazzini a prezzo unico, mercatini, outlet (lo fa l’84,5 contro il 75,3% dello scorso anno). Quando è possibile le decisioni vengono rimandate ai saldi (l’88,2 verso l’82,9).

L’81,7% cambia marca di prodotto alimentare se ne trova una più conveniente (+5,8) ed è aumentata di ben 13 punti la quota di chi si è rivolto, per il food, al canale discount (70,9 per cento).

I tagli si riflettono anche sugli articoli tecnologici (l’80,1%; +8,5), sulla benzina, sui prodotti e le cure per gli animali domestici (49,5).

Il 44,2% dei consumatori fa sempre più riferimento al mercato dell’usato (+18,3%), il 48,8% (+4,8) ha dichiarato di aver effettuato acquisti online per ottenere sconti e aderire a offerte speciali.

E non c’è nemmeno più nulla da vendere. Dopo il boom, diminuiscono drasticamente le famiglie che si rivolgono ai compro-oro (-14,2% rispetto al 2013).