Visite: 53
Edicole più simili ai supermercati secondo la Giunta della Lombardia
Visite: 53
Edicole più simili ai supermercati secondo la Giunta della Lombardia
- Information
Si tratta soprattutto di confezionati secchi e bevande, che non necessitano di particolari regole di conservazione: dagli snack alla pasta, dalle patatine alle bibite. Il diritto si estende anche al non-food, ma non dovrà esser “oscurata” l’attività principale del punto di vendita, il cui focus rimarranno pur sempre i giornali.
Lo ha deciso la Giunta Regionale, approvando la delibera inerente agli ‘indirizzi regionali per il riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica’.
“La contrazione della domanda interna e la crisi dell’editoria sono una sfida all’evoluzione del ruolo delle edicole. Integrandone le funzioni, Regione Lombardia raccoglie la sfida di accompagnare i gestori in questo cambiamento. Gli obiettivi principali sono quelli di tutelare gli operatori e di offrire nuove occasioni di sviluppo, valorizzando anche la funzione pubblica e il ruolo tradizionale che queste attività commerciali rivestono”, ha spiegato Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia.
Ovviamente Palazzo Lombardia è andato oltre, non limitandosi all’aggiunta di alcuni beni. I chioschi potranno infatti svolgere le funzioni di punto di informazioni turistiche, ruolo importante vista l’imminenza di Expo.
La Regione interverrà anche per incentivare le nuove aperture in aree depresse o poco servite. La Giunta, in collaborazione con i Comuni, il sistema camerale e le associazioni di settore, studierà opportuni piani di agevolazioni (finanziare e formative), per sostenere una rete che rimane comunque fondamentale per la libertà di informazione, specie delle fasce di popolazione che, per età o altri motivi, non hanno un accesso costante a Internet.
Snag-Confcommercio, il maggiore sindacato di settore, in un documento presentato il 17 marzo alla Camera dei Deputati puntualizza che “Fieg parla di una riduzione del numero delle edicole da 35.000 a 30.000. Tuttavia - in realtà - la diminuzione è molto più profonda e la circostanza grave è che, giornalmente, molte edicole vengono unilateralmente chiuse dal loro unico fornitore (distributore locale monopolista) perché le ritiene antieconomiche. Ciò determina un enorme danno in termini socio-culturali - poiché migliaia di cittadini vengono privati del diritto di accedere all'informazione - e un danno economico a tutta la filiera perché si perde il fatturato di quelle edicole (che può essere prudenzialmente stimato su base nazionale in oltre 70 milioni di euro)”.
Lo ha deciso la Giunta Regionale, approvando la delibera inerente agli ‘indirizzi regionali per il riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica’.
“La contrazione della domanda interna e la crisi dell’editoria sono una sfida all’evoluzione del ruolo delle edicole. Integrandone le funzioni, Regione Lombardia raccoglie la sfida di accompagnare i gestori in questo cambiamento. Gli obiettivi principali sono quelli di tutelare gli operatori e di offrire nuove occasioni di sviluppo, valorizzando anche la funzione pubblica e il ruolo tradizionale che queste attività commerciali rivestono”, ha spiegato Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia.
Ovviamente Palazzo Lombardia è andato oltre, non limitandosi all’aggiunta di alcuni beni. I chioschi potranno infatti svolgere le funzioni di punto di informazioni turistiche, ruolo importante vista l’imminenza di Expo.
La Regione interverrà anche per incentivare le nuove aperture in aree depresse o poco servite. La Giunta, in collaborazione con i Comuni, il sistema camerale e le associazioni di settore, studierà opportuni piani di agevolazioni (finanziare e formative), per sostenere una rete che rimane comunque fondamentale per la libertà di informazione, specie delle fasce di popolazione che, per età o altri motivi, non hanno un accesso costante a Internet.
Snag-Confcommercio, il maggiore sindacato di settore, in un documento presentato il 17 marzo alla Camera dei Deputati puntualizza che “Fieg parla di una riduzione del numero delle edicole da 35.000 a 30.000. Tuttavia - in realtà - la diminuzione è molto più profonda e la circostanza grave è che, giornalmente, molte edicole vengono unilateralmente chiuse dal loro unico fornitore (distributore locale monopolista) perché le ritiene antieconomiche. Ciò determina un enorme danno in termini socio-culturali - poiché migliaia di cittadini vengono privati del diritto di accedere all'informazione - e un danno economico a tutta la filiera perché si perde il fatturato di quelle edicole (che può essere prudenzialmente stimato su base nazionale in oltre 70 milioni di euro)”.
Ti è piaciuto l'articolo?
Iscriviti alla newsletter e non perderti gli altri aggiornamenti.