Ecomafia: agroalimentare e shopper sempre più nel mirino
Ecomafia: agroalimentare e shopper sempre più nel mirino
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Mai nella storia del nostro Paese sono stati effettuati tanti arresti per crimini contro l’ambiente come nel 2017 e mai si sono svolte tante inchieste sui traffici illeciti di rifiuti.
Dal ‘Rapporto Ecomafia 2018’ di Legambiente (Edizioni Ambiente, 200 pp) spiccano infatti le 538 ordinanze di custodia cautelare emesse per gli ecoreati nel 2017 (139,5% in più rispetto al 2016).
A completare il quadro, un fatturato del crimine che sale a quota 14,1 miliardi, con una crescita del 9,4% dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti nelle filiere agroalimentari e nel racket animale.
In particolare, sempre il mondo agroalimentare subisce una forte impennata dei reati, ben 37.000. Ci sono inoltre 22.000 persone denunciate e/o diffidate, 196 arresti e 2.733 sequestri. Settori particolarmente colpiti quello ittico, della ristorazione, di vini e alcolici, della sanità e cosmesi e in genere nel campo della repressione delle frodi e nella tutela della flora e della fauna.
Impressionante e nettamente in salita rispetto al 2016 (quando oscillava intorno ai 700 milioni) il valore dei sequestri effettuati, che supera ormai abbondantemente 1 miliardo di euro.
Sempre nel mondo del largo consumo è ancora allarme sugli shopper fuori legge, che inquinano ambiente e mercato, con sacche di illegalità diffuse in tutto il Paese.
Come ricorda l’Osservatorio Assobioplastiche, in media 60 buste su 100 in circolazione sono assolutamente fuori norma. Serve dunque intensificare i controlli a tutela dell’ecosistema, dei consumatori e del settore industriale della chimica verde. “Sono i mercati rionali di ortofrutta e i negozi al dettaglio – si legge nel rapporto - a immettere sacchetti ormai fuori legge”.
Sul fronte agroalimentare Legambiente propone quindi di riprendere la proposta di disegno di legge del 2015, sulla tutela dei prodotti alimentari della Commissione ministeriale presieduta dall’ex procuratore Gian Carlo Caselli, che introduce una serie di nuovi reati che vanno dal “disastro sanitario all'omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose dal mercato".
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