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Decathlon rinuncia al primo Oxylane Village d'Italia
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Decathlon rinuncia al primo Oxylane Village d'Italia
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L’Italia dei no, della burocrazia e degli enti locali sempre preoccupati di salvaguardare non si sa bene cosa e perché, ritorna a sollevare la testa: dopo le contorsioni inflitte a Ikea, a British Gas (rigassificatore di Brindisi) e dopo tanti altri casi simili, è la volta di Oxylane. Il nome dice poco al pubblico italiano, ma significa in pratica Decathlon con qualcosa in più, ossia gli Oxylane Village, dei veri parchi pubblici adibiti all’esercizio di differenti discipline che ospitano, ovviamente, anche un megastore dello sport.
L’Italia è da diverso tempo nel mirino di Oxylane, che avrebbe dovuto aprire il suo primo villaggio nel 2013 alla periferia di Bologna, oltre alla struttura di Brugherio (Monza Brianza) che era destinata anche a ospitare il nuovo quartier generale della filiale italiana del gruppo, più uno store di 5-7.000 mq. Il tutto per 30 milioni di investimento, 250 posti di lavoro creati ex novo, 150.000 mq di superficie e un parco attrezzato di 112.000 mq aperto a tutti, ma pagato da Decathlon per le opere di costruzione e manutenzione.
Brugherio, per chi non lo conoscesse, è uno dei vari comuni distribuiti nella cintura fra Milano e Monza. Ci sono ovviamente vestigia storiche, belle cascine, colonne votive e la settecentesca Villa Fiorita, sede del Municipio, oltre a piacevoli zone verdi, ma tutto questo non sarebbe stato intaccato dalla venuta dell’insegna francese. Dunque non si spiegano gli 8 anni di attesa, le mancate risposte delle autorità – anche se alcuni politici erano più che decisi a dire sì -, l’opposizione della Provincia e, infine, l’intervento della Prefettura, nella persona del Commissario Maria Carmela Nuzzi (Movimento Cinque Stelle), incaricata in extremis di dirimere l’intricata matassa (tardi perché nel frattempo i francesi erano già “stracotti”). A quanto pare la questione sollevata concerne la viabilità, resa già complicata dall’alta concentrazione di attività distributive nella vicina Carugate
Alla fine Fulvio Matteoni, ad di Decathlon Italia si è stancato e ha annunciato la revoca del progetto, anche se si è reso disponibile a valutare eventuali proposte alternative da parte dei Comuni vicini.
L’Italia è da diverso tempo nel mirino di Oxylane, che avrebbe dovuto aprire il suo primo villaggio nel 2013 alla periferia di Bologna, oltre alla struttura di Brugherio (Monza Brianza) che era destinata anche a ospitare il nuovo quartier generale della filiale italiana del gruppo, più uno store di 5-7.000 mq. Il tutto per 30 milioni di investimento, 250 posti di lavoro creati ex novo, 150.000 mq di superficie e un parco attrezzato di 112.000 mq aperto a tutti, ma pagato da Decathlon per le opere di costruzione e manutenzione.
Brugherio, per chi non lo conoscesse, è uno dei vari comuni distribuiti nella cintura fra Milano e Monza. Ci sono ovviamente vestigia storiche, belle cascine, colonne votive e la settecentesca Villa Fiorita, sede del Municipio, oltre a piacevoli zone verdi, ma tutto questo non sarebbe stato intaccato dalla venuta dell’insegna francese. Dunque non si spiegano gli 8 anni di attesa, le mancate risposte delle autorità – anche se alcuni politici erano più che decisi a dire sì -, l’opposizione della Provincia e, infine, l’intervento della Prefettura, nella persona del Commissario Maria Carmela Nuzzi (Movimento Cinque Stelle), incaricata in extremis di dirimere l’intricata matassa (tardi perché nel frattempo i francesi erano già “stracotti”). A quanto pare la questione sollevata concerne la viabilità, resa già complicata dall’alta concentrazione di attività distributive nella vicina Carugate
Alla fine Fulvio Matteoni, ad di Decathlon Italia si è stancato e ha annunciato la revoca del progetto, anche se si è reso disponibile a valutare eventuali proposte alternative da parte dei Comuni vicini.
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