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Coop: cosa ci aspetta durante il 2015
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Coop: cosa ci aspetta durante il 2015
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Al fianco di smartphone e tablet ancora in crescita (+5%) riprenderanno vita soprattutto i consumi di sostituzione per i beni durevoli (i grandi elettrodomestici +1,2%, ma anche l’auto +2,5%) e il mercato immobiliare potrà godere di una lieve ripresa delle compravendite. Attesa una ulteriore crescita per i servizi per la persona (tempo libero +2,7%, sanità (+2,1%), area benessere (+2,0%).
Queste le previsioni diffuse dall’ufficio studi di Ancc Coop, che aggiunge, ad alcune note positive, gli elementi maggiormente problematici. Si mantiene stagnante o con margini di recupero limitati il comparto dell’alimentare dove tra il 2006 e il 2014 si è tornati indietro di ben 12 punti percentuali e proiettandosi verso il 2016 le cose non sembrano affatto migliorare: la spesa risulta ancora inferiore di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di dieci anni prima.
Buio pesto sulle vendite natalizie della grande distribuzione. Le prime stime parziali di Coop su dati Nielsen parlano di una riduzione degli acquisti che ha superato in dicembre i 2 punti percentuali. E' ancora boom, invece, per l'e-commerce con una crescita nella stagione natalizia stimabile in quasi il 30% e la possibilità di triplicare a quota 40 miliardi nell’arco di un quinquennio.
Per la Gdo si chiude uno degli anni peggiori in termini di fatturato, ma le previsioni 2015 sembrano segnare una lieve inversione di tendenza (+0,4%) che privilegerà soprattutto i freschi, i punti vendita di dimensioni medio-grandi e ancora una volta i discount. “Il recupero del reddito disponibile reale a disposizione delle famiglie è il dato significativo su cui si chiude il 2014 e si apre il 2015 –sostiene Albino Russo, responsabile dell’Ufficio Studi Economici di Ancc-Coop che cura il rapporto annuale “Consumi e distribuzione”- ed è frutto di diverse azioni: sicuramente la politica fiscale meno restrittiva varata dal Governo (il bonus fiscale, la possibilità di trattenere in busta paga l’accantonamento di fine rapporto) ma anche gli effetti della minore inflazione e il crollo del prezzo del petrolio.
“E’ altrettanto significativo però – prosegue Russo - che a fronte di un aumento dei redditi reali non si registri un più robusto aumento dei consumi. L'Italia è un paese vecchio e immobile, che potrà tornare a guardare con fiducia al futuro solo quando i redditi e la ricchezza smetteranno di essere ostaggio di quanti non trovano motivo di spenderli e potranno invece essere utili ai progetti di vita delle nuove generazioni fin qui frustrati da questa lunghissima recessione”.
Queste le previsioni diffuse dall’ufficio studi di Ancc Coop, che aggiunge, ad alcune note positive, gli elementi maggiormente problematici. Si mantiene stagnante o con margini di recupero limitati il comparto dell’alimentare dove tra il 2006 e il 2014 si è tornati indietro di ben 12 punti percentuali e proiettandosi verso il 2016 le cose non sembrano affatto migliorare: la spesa risulta ancora inferiore di quasi 20 miliardi rispetto ai livelli di dieci anni prima.
Buio pesto sulle vendite natalizie della grande distribuzione. Le prime stime parziali di Coop su dati Nielsen parlano di una riduzione degli acquisti che ha superato in dicembre i 2 punti percentuali. E' ancora boom, invece, per l'e-commerce con una crescita nella stagione natalizia stimabile in quasi il 30% e la possibilità di triplicare a quota 40 miliardi nell’arco di un quinquennio.
Per la Gdo si chiude uno degli anni peggiori in termini di fatturato, ma le previsioni 2015 sembrano segnare una lieve inversione di tendenza (+0,4%) che privilegerà soprattutto i freschi, i punti vendita di dimensioni medio-grandi e ancora una volta i discount. “Il recupero del reddito disponibile reale a disposizione delle famiglie è il dato significativo su cui si chiude il 2014 e si apre il 2015 –sostiene Albino Russo, responsabile dell’Ufficio Studi Economici di Ancc-Coop che cura il rapporto annuale “Consumi e distribuzione”- ed è frutto di diverse azioni: sicuramente la politica fiscale meno restrittiva varata dal Governo (il bonus fiscale, la possibilità di trattenere in busta paga l’accantonamento di fine rapporto) ma anche gli effetti della minore inflazione e il crollo del prezzo del petrolio.
“E’ altrettanto significativo però – prosegue Russo - che a fronte di un aumento dei redditi reali non si registri un più robusto aumento dei consumi. L'Italia è un paese vecchio e immobile, che potrà tornare a guardare con fiducia al futuro solo quando i redditi e la ricchezza smetteranno di essere ostaggio di quanti non trovano motivo di spenderli e potranno invece essere utili ai progetti di vita delle nuove generazioni fin qui frustrati da questa lunghissima recessione”.
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