Comprato "palazzo Coin" di Corso Vercelli

Comprato "palazzo Coin" di Corso Vercelli
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Passa di mano lo stabile di Milano Corso Vercelli 30-32, da anni locato esclusivamente a Coin che ne era stato proprietario fino al 2002.
Solo residenziale?
L’immobile si sviluppa su 6 piani fuori terra, un livello interrato, un’area parcheggio sotterranea. La superficie totale è di 5mila mq.
Acquirente è la società Maghen Capital, che ha sborsato 33 milioni di euro, una cifra giustificata anche dal prestigio della via che è centrale, molto elegante e, da sempre, sede di uffici, abitazioni e retail.
E infatti proprio qui la catena di department store ha aperto, negli anni Sessanta, un punto vendita, poi diventato Coin Excelsior, il brand di fascia più alta.
Ha dichiarato Michael Meghnagi, amministratore delegato di Maghen Capital: «L’operazione prosegue il modello di business del nostro gruppo, mirato ad accrescere il valore dell’investimento attraverso la riqualificazione in immobile residenziale di lusso con ampi ed esclusivi servizi comuni, parcheggi e terrazze in risposta alle richieste dei clienti e all’attuale trend di mercato di Milano».
Solo residenziale? La società veneta ha reso noto che «fra Coin, presente da tempo e che continua le attività con il proprio store all’interno dello stabile, e la nuova proprietà, sono già in corso interlocuzioni costruttive, finalizzate alla definizione di un futuro condiviso per lo spazio retail che continuerà a essere parte integrante della struttura».
Nel frattempo, sempre a Milano, è stato chiuso a gennaio, Coin Excelsior di City Life Shopping, inaugurato nel 2018.
Il sacrificio dei creditori
Nella capitale lombarda l’insegna si trova anche in Piazza Cantore (zona Corso Genova) e in piazza Cinque Giornate, siti molto rilevanti e mai finiti sul piano di tagli dovuto alla crisi.
E proprio sulla riorganizzazione del gruppo, che, come ultima mossa, ha comportato l’ingresso di Invitalia con il 30,1 per cento di quota, si sono appresi, nei giorni scorsi, ulteriori particolari.
Il 28 aprile Milano Finanza, in un articolo a firma di Fabio Pavesi, ha scritto che “la partita della salvezza del gruppo passa dal sacrificio pesante chiesto ai fornitori. A loro toccherà, secondo le indicazioni del piano, rinunciare all’88% dei loro crediti. La proposta, infatti, prevede uno stralcio massiccio dell’esposizione debitoria, pari a oltre 300 milioni di euro. Ai soli fornitori viene chiesto lo stralcio di ben 166 milioni di crediti sui 189 in essere”.
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