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Ci vuole un ministero per Internet?
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Ci vuole un ministero per Internet?
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Non poteva che essere un giornale online a fare una simile considerazione, ossia che forse servirebbe ormai un ministero per Internet. Questa la conclusione a cui arriva Massimo Sideri su Corriere.it dopo avere riferito i risultati degli studi di McKinsey, secondo la quale il web incide sul prodotto interno lordo per il 2%, ossia 30 miliardi, che dovrebbero diventare il 4% entro il 2015. Per fare un paragone il settore agricolo, che un ministero ce l'ha, ha un peso sul pil del 2,63%. Visto che il tasso di crescita del mondo agricolo difficilmente potrà essere dinamico quanto quello del www è lecito pensare che presto avvenga un sorpasso.
A suffragare la tesi, più che logica, ci sono anche i recenti dati di Netcomm-Politecnico di Milano, che, pur limitandosi al solo e-commerce, dunque non a tutta la parte legata a investimenti tipo la pubblicità o al B2B, sono comunque molto significativi.
Il 2011 ha fatto registrare una nuova accelerazione che supera quota 8 miliardi di euro, in crescita del 20% rispetto al 2010. Due gli elementi alla base dell’aumento delle vendite B2C nel nostro Paese. Il primo consiste nei progressi “strutturali” del canale e degli operatori già presenti, il secondo è riconducibile ai nuovi fenomeni che stanno caratterizzando il 2011. “Di questi i più significativi sono il boom dei siti che vendono coupon, Groupon in primis ma anche Glamoo, Groupalia, LetsBonus, Jumpin, Poinx, Prezzo Felice e l’ingresso di nuovi player, Amazon su tutti, ma anche altri della grande distribuzione», ha commentato Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano.
Crescono bene tutti i comparti merceologici e anche nel 2011 il settore con crescita maggiore è l’abbigliamento (+38%), grazie alle ottime performance di yoox.com e dei club online (come ad esempio BuyVIP, Privalia, Saldiprivati.com). Il settore editoria, musica e audiovisivi macina ritmi simili con un incremento del 35% annuo, riconducibile sia all’ingresso di Amazon sia alla crescita dei principali merchant già operanti nel settore (Bol, IBS.it, laFeltrinelli). Il comparto informatica ed elettronica di consumo fa registrare un tasso del 22%, doppio rispetto al 2010, frutto anche in questo caso dell’effetto Amazon e degli ottimi risultati dei grandi retailer attivi nel settore (Darty, ePrice, Euronics, Marco Polo Shop, Media World, Monclick, Mr.Price). Il grocery, con un dato evolutivo del 17%, viene trainato anche nel 2011 dai buoni risultati di Esselunga.
A suffragare la tesi, più che logica, ci sono anche i recenti dati di Netcomm-Politecnico di Milano, che, pur limitandosi al solo e-commerce, dunque non a tutta la parte legata a investimenti tipo la pubblicità o al B2B, sono comunque molto significativi.
Il 2011 ha fatto registrare una nuova accelerazione che supera quota 8 miliardi di euro, in crescita del 20% rispetto al 2010. Due gli elementi alla base dell’aumento delle vendite B2C nel nostro Paese. Il primo consiste nei progressi “strutturali” del canale e degli operatori già presenti, il secondo è riconducibile ai nuovi fenomeni che stanno caratterizzando il 2011. “Di questi i più significativi sono il boom dei siti che vendono coupon, Groupon in primis ma anche Glamoo, Groupalia, LetsBonus, Jumpin, Poinx, Prezzo Felice e l’ingresso di nuovi player, Amazon su tutti, ma anche altri della grande distribuzione», ha commentato Alessandro Perego, responsabile scientifico dell'Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano.
Crescono bene tutti i comparti merceologici e anche nel 2011 il settore con crescita maggiore è l’abbigliamento (+38%), grazie alle ottime performance di yoox.com e dei club online (come ad esempio BuyVIP, Privalia, Saldiprivati.com). Il settore editoria, musica e audiovisivi macina ritmi simili con un incremento del 35% annuo, riconducibile sia all’ingresso di Amazon sia alla crescita dei principali merchant già operanti nel settore (Bol, IBS.it, laFeltrinelli). Il comparto informatica ed elettronica di consumo fa registrare un tasso del 22%, doppio rispetto al 2010, frutto anche in questo caso dell’effetto Amazon e degli ottimi risultati dei grandi retailer attivi nel settore (Darty, ePrice, Euronics, Marco Polo Shop, Media World, Monclick, Mr.Price). Il grocery, con un dato evolutivo del 17%, viene trainato anche nel 2011 dai buoni risultati di Esselunga.
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