E infatti a tirare la volata non sono stati, fra gennaio e giugno, gli occidentali, bensì le zone poste nel centro e Oriente, specie la Turchia, dove il livello di completamento delle opere ha toccato il 75% già a fine giugno. Al contrario contrazioni si sono osservate in Italia, Portogallo, Francia, ma anche in Romania e nella Repubblica Ceca. E tuttavia il mercato, come dimostrano le cifre previsionali per il 2013, non è certo fermo: si pronosticano altri 5,4 milioni di metri quadrati di nuove superfici.
Se Italia e Francia, da un punto di vista quantitativo, continuano a detenere le posizioni di testa, da noi le valutazioni parlano di una perdita secca da 400.000 a 284.000 metri quadrati, un calo in larga parte dovuto alle maggiori difficoltà di accesso al credito bancario da parte degli operatori.
In euro il primo semestre, sempre a livello continentale, ha dovuto incassare, sul corrispondente, una flessione di investimenti da 19 miliardi a 12 nell’intero campo dell’immobiliare commerciale