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Tre riflessioni per la Distribuzione Moderna nel discorso di fine anno di Mattarella

Tre riflessioni per la Distribuzione Moderna nel discorso di fine anno di Mattarella
Tre riflessioni per la Distribuzione Moderna nel discorso di fine anno di Mattarella

Tre riflessioni per la Distribuzione Moderna nel discorso di fine anno di Mattarella

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Marco Usai

di Marco Usai

Nel suo discorso di fine anno, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha voluto sottolineare alcune delle tante sfide che attendono il nostro paese nel prossimo anno e nel prossimo futuro.

Sono presenti, in alcuni passaggi, degli spunti di riflessione utili anche alla comunità della Distribuzione Moderna, sempre più protagonista della vita sociale, economica e politica del nostro paese.

La necessità della transizione ecologica

Parlando della necessità di progettare il domani con coraggio, il Presidente Mattarella ha messo in cima alle priorità la questione ambientale. “Mettere al sicuro il pianeta, e quindi il nostro futuro, il futuro dell’umanità, significa affrontare anzitutto con concretezza la questione della transizione energetica”. Da mesi il mondo della distribuzione è in prima linea, più compatto che mai, per rivendicare misure di contenimento alla crisi energetica che ha interessato il nostro paese e l’Europa intera. Accanto alla legittima richiesta di aiuti e sgravi di carattere economico, sono molte le aziende che hanno adottato misure di contenimento del consumo e degli sprechi energetici, innescando un meccanismo virtuoso di consapevolezza dell’impatto delle piccole e grandi scelte che quotidianamente vengono operate nei punti vendita, nei magazzini e lungo tutta la filiera. L’obiettivo di una vera transizione energetica, nonostante si una sensibile e comprensibile battuta d’arresto in conseguenza del taglio delle forniture di gas dalla Russia, andrebbe comunque tenacemente perseguito anche dal mondo distributivo, mettendo in campo scelte sempre più sostenibili nella costruzione degli assortimenti, nella riduzione e nel riciclo degli imballaggi, nell’organizzazione della logistica e negli investimenti in strutture e tecnologie green.

L’importanza dei dati

Il passaggio, per certi versi sorprendente e inaspettato, sull’importanza dei dati e della trasformazione digitale potrebbe suggerire una seria riflessione su quanto fatto finora su temi attualissimi come quello dei big-data e del supermercato del futuro. “La quantità e la qualità dei dati, la loro velocità possono essere elementi posti al servizio della crescita delle persone e delle comunità. Possono consentire di superare arretratezze e divari, semplificare la vita dei cittadini e modernizzare la nostra società”. Barriera casse, carta fedeltà, analytics dei siti e-commerce, mappe dei flussi in-store rappresentano solo alcune delle preziosissime fonti d’informazione già a disposizione delle aziende per costruire valore intorno al proprio cliente, incrementando le vendite e rafforzando la loyalty. Nella battaglia commerciale contro i giganti pure-player dell’e-commerce, che su algoritmi e database hanno costruito gran parte del proprio successo, molte realtà sono, ancora oggi, incredibilmente sguarnite: la generazione dei nativi digitali diventa sempre più importante nel parco clienti delle insegne e rivendica modernità, servizi e semplificazione nella shopping expedition, fisica e digitale. Rallentare su questo aspetto significherebbe perdere tempo prezioso e mettere a rischio la sopravvivenza del business.

La formazione come asset fondamentale per le sfide globali

Giovani e futuro, parole ricorrenti nel testo pronunciato dal Presidente Mattarella nella sua riflessione. Su scuola, Università e ricerca scientifica un passaggio breve ma incisivo: “È lì che prepariamo i protagonisti del mondo di domani. Lì che formiamo le ragazze e i ragazzi che dovranno misurarsi con la complessità di quei fenomeni globali che richiederanno competenze adeguate, che oggi non sempre riusciamo a garantire”. Sul tema della formazione e delle competenze il retail, storicamente, registra un deficit strutturale importante. Le sfide globali del settore richiedono professionalità strutturate per affrontare realtà sempre più complesse: positive, a tal proposito, le iniziative interne alle singole aziende, i percorsi universitari e le specializzazioni post-laurea. Ma sarebbe auspicabile un vero e proprio cambiamento culturale, ancor più difficile da ottenere, che inquadri la Distribuzione Moderna nella giusta dimensione di settore strategico per la diffusione e la tutela dell’immenso patrimonio nazionale rappresentato dal Made in Italy. Anche su questo punto sarebbe utile che la filiera del Largo Consumo facesse fronte comune e portasse istanze condivise al tavolo delle istituzioni, per introdurre misure realmente efficaci contro fenomeni altamente pericolosi come la contraffazione e l’Italian Sounding. Un primo segnale, sicuramente positivo, è già pervenuto dal nuovo governo, con la creazione dei ministeri di Sovranità Alimentare e Made in Italy, attesi ora alla prova dei fatti.

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