TamponTax nella Legge di Bilancio: Coop non ci sta e scende (di nuovo) in campo
TamponTax nella Legge di Bilancio: Coop non ci sta e scende (di nuovo) in campo
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di Stefania Lorusso
La Legge di Bilancio 2024, appena varata dal Governo, ci ha regalato una sorpresa amara per alcuni prodotti di largo consumo.
La nuova manovra economica ha annullato infatti le aliquote Iva calmierate che erano state introdotte a inizio 2023 su pannolini per bambini, latte, preparazioni alimentari per l’infanzia e assorbenti femminili. L’imposta sul valore aggiunto per questi prodotti torna al 10%, rispetto al 5% applicato in precedenza. Difficile comprendere il motivo di questa decisione (stigmatizzata dai partiti di opposizione), considerato che l’attenzione alla natalità e alla famiglia è uno dei cardini del programma politico del Governo di centro-destra e che di sicuro non sarà il ritorno di un’imposta sul valore aggiunto di questi prodotti a determinare un risparmio significativo sulle casse dello Stato.
Le prime reazioni da parte delle insegne della distribuzione non tardano ad arrivare. Prima fra tutte Coop che nel 2022 aveva già portato avanti insieme a Onde Rosa (un collettivo di giovani donne) la petizione Stop Tampon Tax che è stata tra le più firmate della storia della piattaforma Change in Italia e raggiungendo 683.000 firme digitali (a cui si aggiungono le 80.000 raccolte nei banchetti presso i punti vendita Coop) prima della chiusura annunciata un anno fa a seguito dell’esito positivo raggiunto. Ovvero l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti femminili dal 22% di Iva (l’Iva dei prodotti di lusso) a un più equo 5% realizzato dal Governo Meloni, in linea con altri Paesi europei, a parte eccezioni ben più virtuose come la Spagna. Oggi, a seguito del ritorno dell’iva al 10%, la petizione riparte con l’obiettivo di raggiungere 1 milione di firme con lo slogan “Il ciclo è ANCORA un lusso!”.
Coop da parte sua aggiunge un ulteriore elemento di concretezza e dimostra con i propri assorbenti a marchio che abbassare l’Iva al 5% è possibile e lo fa mettendo sui suoi scaffali a 2 le proprie linee assorbendo l’aumento dell’Iva fino a fine aprile 2024 con l’obiettivo di non scaricarlo sulle consumatrici.
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