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Federvini: crollo del fatturato del 60% in poco più di un mese

Federvini: crollo del fatturato del 60% in poco più di un mese
Federvini: crollo del fatturato del 60% in poco più di un mese

Federvini: crollo del fatturato del 60% in poco più di un mese

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Redazione

Crollo del fatturato del 60% in poco più di un mese dalla emergenza.

A questo enorme danno si devono poi sommare gli oltre 220 milioni per l’export a rischio. Ecco la sintesi negativa del settore spiriti nel nostro Paese, secondo l'analisi del Gruppo Spirits di Federvini.

Si tratta di 320 aziende, di cui il 75% interamente a capitale familiare italiano. Il restante 25% è composto da aziende globali che hanno sede e pagano le tasse in Italia. Circa l’80% delle imprese è costituito da Pmi.

Un comparto a forte vocazione all’export che negli anni più recenti ha viaggiato in alcuni casi nell’ordine del 50% del fatturato e che resta tra i settori più competitivi del made in Italy nel mondo, soprattutto grazie a specialità come liquori, aperitivi, limoncello, amaretto e sambuca. Prodotti che fanno parte della tradizione italiana ricca di localismi e culture diverse, la cui storia e lavorazione si inseriscono in profondità nel tessuto socio-economico di un territorio.

L’indebolimento delle imprese creato dagli aumenti nazionali di imposta del recente passato, insieme al dazio del 25% ad valorem applicato da ottobre sul nostro export negli USA ed ora gli effetti del Corona virus, rischia di avere pesantissime ripercussioni sia a livello nazionale sia locale, considerati i dipendenti diretti - circa 100.000 - e quelli dell’indotto - 3 volte tanto - per un valore aggiunto complessivo che ogni anno raggiunge i 4,5 miliardi di euro.

Il settore è stato, tra i primi, a scontare gli effetti delle chiusure anticipate per impedire il sovraffollamento nei pubblici esercizi e sarà anche l’ultimo a tornare a regime per rispettare la buona pratica del distanziamento sociale.

Queste sono quindi le azioni che il comparto intende richiedere con forza al decisore politico per fare da argine ad una situazione di grande incertezza e preoccupazione:

“Cancellazione dell’obbligo del contrassegno fiscale; sospensione del versamento dell’accisa almeno fino al termine della fase emergenziale (aprile-luglio) così da non appesantire la crisi di liquidità che le aziende stanno incontrando; defiscalizzazione del fatturato conseguito con l’attività di export: queste sono le iniziative che vanno subito adottate per avere una certezza, seppur minima, di riuscire a ripartire salvaguardando valore e occupazione” ha detto Micaela Pallini, Presidente Gruppo Spirits di Federvini.


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