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Prezzi, a marzo la tensione nel carrello non scende: +12,7%

Prezzi, a marzo la tensione nel carrello non scende: +12,7%
Prezzi, a marzo la tensione nel carrello non scende: +12,7%

Prezzi, a marzo la tensione nel carrello non scende: +12,7%

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Emanuele Scarci


di Emanuele Scarci

A marzo si ferma la corsa dei prezzi nel carrello della spesa, ma rimane vicina al 13% rispetto a un anno fa.

Precisamente si attesta sul +12,7% come il mese precedente l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e di quelli per la cura della casa e della persona. In moderata crescita ancora gli alimentari non lavorati e i prodotti per la cura della persona. Nel carrello si scaricano ancora gli aumenti residui dell’industria in sospeso dall’anno precedente.

I dati provvisori diffusi da Istat sui prezzi al consumo evidenziano a marzo un’inflazione generale in rallentamento al +7,7% rispetto al +9,1% di febbraio. A favore hanno giocato la frenata dell’energia e dei trasporti. L’indice generale al netto di energia e alimentari (la cosiddetta inflazione core) rimane stabile intorno al 5%.

Strategia del risparmio

La riduzione del potere d’acquisto ha avuto un impatto sul volume dei consumi, nel primo bimestre del 2023 in terreno negativo intorno al -5% rispetto a un anno fa. Secondo la rilevazione condotta da Ipsos per Federdistribuzione, gli italiani stanno attuando da mesi strategie per risparmiare: il 60% fa più attenzione a offerte e promozioni, il 46% sta più attento agli sprechi, il 29% ha cambiato il luogo d’acquisto, il 28% ha ridotto la quantità dei prodotti acquistati, mentre il 19% ha diminuito la qualità o ha rinunciato ad alcune caratteristiche dei prodotti.

Secondo Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione “l’incertezza generata dall’inflazione e la perdita del potere di acquisto degli italiani fanno emergere con evidenza la contrazione dei consumi. E questo mette a rischio non solo la tenuta economica delle imprese, ma anche quella di molte filiere di eccellenza, in particolare di tutti i prodotti del made in Italy. Nell’ultimo anno, la preoccupazione delle nostre aziende si è concretizzata in uno sforzo straordinario che ha permesso di mitigare la pressione inflattiva, al costo di rinunciare a parte delle marginalità. Uno sforzo che Mediobanca ha fotografato nel recente Osservatorio sulla Gdo, evidenziando come molte imprese della distribuzione abbiano bilanci con redditività in forte contrazione. Siamo quindi di fronte all’urgenza di dare impulso ai consumi, attraverso politiche incisive di sostegno al potere di acquisto delle famiglie, così come di proteggere il sistema delle aziende nel nostro Paese, per evitare che ulteriori aumenti dei costi produttivi, dei beni energetici e delle materie prime alimentino ulteriormente i livelli di inflazione”.

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