I Consorzi di Tutela del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano ancora una volta insieme per dire no a e alimentata con prezzi sottocosto attraverso pratiche che svalorizzano i prodotti dop più conosciuti e apprezzati nel mondo. I due consorzi di tutela hanno fatto gioco di squadra, approvando la medesima delibera volta a garantire il riconoscimento del reale valore dei formaggi dop.

Nel corso di un collegamento a “camere congiunte”, i Consigli di amministrazione dei due consorzi hanno deliberato all’unanimità che: “la vendita al pubblico di Parmigiano

Reggiano e/o Grana Padano ad un prezzo inferiore a quello risultante dalle fatture di acquisto in tutti gli eventuali passaggi commerciali intermedi fino al fornitore del prodotto in oggetto è considerata misura svalorizzante la Dop Parmigiano Reggiano/ Grana Padano ai sensi dell’Reg. 1151/2012, art. 45, lett. “f”.

La normativa in materia di sottocosto tutela solamente l’ultimo passaggio, quello della fattura di acquisto del negozio con vendita al pubblico (Dpr. 6/4/2001 n. 218). Negli ultimi anni sono frequenti e in espansione pratiche commerciali nelle quali la dichiarazione del “sottocosto” viene a norma di legge elusa nel momento in cui la riduzione del prezzo rispetto a quella praticata dal fornitore del prodotto finito avviene nell’ambito di passaggi commerciali intermedi, spesso afferenti o riconducibili alla stessa organizzazione d’impresa. In tali situazioni, in particolare con riferimento ai prodotti dop in oggetto dotati di enorme reputazione e valore, si generano rischi di gravi danni legati: alla ingannevole percezione del prezzo trasmessa al consumatore, alla condizione di concorrenza sleale che si genera tra gli operatori al dettaglio nel mercato locale di riferimento, e ai riflessi speculativi che possono scaricarsi sul mercato all’offerta.

In considerazione della delibera, i consorzi porteranno avanti tre misure, a partire da un “protocollo di sorveglianza” per il monitoraggio dei possibili casi di pratica svalorizzante “prezzi al consumo svalorizzanti”, affiancato da una “procedura di irrogazione di azioni correttive” dei casi riscontrati prevedendo, quale principio di base, la sospensione delle attività/collaborazioni di entrambe i consorzi con la catena/gruppo coinvolto dalla pratica in questione (o dal rifiuto della verifica).

Infine saranno definite le “Linee guida” del protocollo di sorveglianza e della procedura azioni correttive che dovranno essere preventivamente divulgate agli operatori del dettaglio, ed agli operatori commerciali fornitori dei dop in questione.

I CdA in considerazione degli elementi che emergeranno da questa attività di “sorveglianza”, attiveranno azioni ulteriori tese a tutelare le denominazioni coinvolte.