Nespresso annuncia i risultati finali della strategia di sostenibilità The Positive Cup
Nespresso annuncia i risultati finali della strategia di sostenibilità The Positive Cup
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Supera il 90% il caffè provieniente da fonti sostenibili che compone le gamme permanenti di Nespresso.
L’azienda ha raggiunto l’importante traguardo grazie a The Positive Cup, la strategia di sostenibilità 2014-2020 che ha fissato una serie di obiettivi ambiziosi relativi all’approvvigionamento di caffè, all’impegno per il clima e a quello per la gestione responsabile dell’alluminio, di cui Nespresso ha pubblicato i risultati.
Per il programma The Positive Cup, Nespresso ha investito 585 milioni di CHF – oltre 545 milioni di euro -, con l’obiettivo di implementare una strategia e azioni capaci di proseguire nell’impegno costante di limitare l’impatto ambientale e raggiungere entro il 2022 la piena neutralità.
Dall'approvvigionamento di caffè sostenibile e certificato, alla riduzione del carbonio, fino al riciclo delle capsule: sono diversi i pilastri su cui vertono le azioni messe in campo da Nespresso per garantire a The Positive Cup risultati di successo.
All’impegno per l’approvvigionamento di caffè sostenibile, incrementato del 9% rispetto all'84% del 2014 –, si aggiunge quello per la costruzione di comunità agricole più forti e resilienti. Nespresso, infatti, lavora per promuovere progetti innovativi che contribuiscono a proteggere il benessere dei coltivatori di caffè. Traguardi importanti sono stati raggiunti anche in tema di protezione del clima: l’azienda ha ridotto l'impronta di carbonio di una tazza di caffè Nespresso del 24% rispetto al 2009, grazie a investimenti nell'espansione dell'uso di energie rinnovabili, all'introduzione di prodotti realizzati con eco-design, all'approvvigionamento di materiali a basse emissioni di carbonio e all'ottimizzazione della logistica. Progressi che si affiancano a un investimento, a partire dal 2014, di 15 milioni di CH in soluzioni naturali per il clima e a un lavoro di squadra con diversi partner, tra cui Pur Projet, per piantare fino al 2020 oltre 5 milioni di alberi nei paesi di origine.
A questo si aggiunge l’impegno per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2022. Infine, gli sforzi per la gestione responsabile dell’alluminio di cui le capsule Nespresso sono composte: è stato costante il lavoro di Nespresso in tutto il mondo per offrire ai propri consumatori sempre più soluzioni di riciclo delle capsule esauste. In Italia, rientra in questo impegno il lancio dell’“Alleanza per il riciclo delle capsule in alluminio”, fondata da Nespresso in partnership con illycaffè per consentire ai consumatori di riportare le capsule di caffè in alluminio esauste di Nespresso e illy indifferentemente nei punti vendita commerciali di entrambi i brand, con l’obiettivo di raggiungere oltre 1.500 tonnellate di capsule esauste in alluminio recuperate entro la fine del 2021, per oltre 100 tonnellate di alluminio da rimettere in circolo e un ulteriore incremento del +5% nel 2022.
In Italia, pilastro della filosofia sostenibile di Nespresso è il programma “Da Chicco a Chicco”, per cui dal 2011 l’azienda ha investito oltre 6 milioni di euro.
Dal 2011, con “Da Chicco a Chicco” Nespresso si impegna con un sistema proprietario di recupero e riciclo delle capsule esauste che, avviato grazie a una convenzione con CiAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori), consente di destinare a seconda vita le capsule in alluminio. Una volta raccolte, queste vengono trattate e i due materiali che le compongono – l’alluminio e il caffè esausto – vengono avviati a due differenti processi di recupero. L’alluminio viene destinato alle fonderie per trasformarlo in nuovi oggetti come penne, biciclette, coltellini. Il caffè esausto, invece, viene lavorato come compost e utilizzato in una risaia italiana per coltivare riso, riacquistato poi da Nespresso e donato a Banco Alimentare della Lombardia – a cui finora sono stati donati oltre 3.400.000 piatti di riso - e a Banco Alimentare del Lazio, a cui solo nel 2020 sono stati offerti oltre 220.000 piatti di riso.
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