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Nel 2022 la Mdd balza a 12,8 miliardi. E guadagna almeno 3 punti a volume

Nel 2022 la Mdd balza a 12,8 miliardi. E guadagna almeno 3 punti a volume
Nel 2022 la Mdd balza a 12,8 miliardi. E guadagna almeno 3 punti a volume

Nel 2022 la Mdd balza a 12,8 miliardi. E guadagna almeno 3 punti a volume

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Nell’annus horribilis 2022, la marca del distributore raggiunge il suo massimo storico con vendite stimate in 12,8 miliardi (+9,4%) e una quota di mercato del 20,8% (19,8% l’anno prima).

Tuttavia l’inflazione galoppante altera i tradizionali parametri di riferimento, ma “senza dubbio i volumi sono cresciuti di almeno 3 punti” ha rassicurato Marco Pedroni, presidente di Associazione distribuzione moderna, a margine della presentazione a Milano del salone bolognese della marca del distributore. Come dire che, nei momenti di maggiore difficoltà per il consumatore, la private label funziona da ancora di salvezza.

Il 2022 è stato l’anno dell’inflazione nel carrello al 12,7% e di uno scontro durissimo fra industria e retailer. “Sento parlare da più parti di un’alta marea dei prezzi che tende a scendere - ha evidenziato Pedroni, che è anche presidente di Coop Italia -, ma guardate che non è così: per almeno tutto il primo semestre la situazione sarà difficilissima. Ci sono con pesanti richieste di aumento dei prezzi da parte dell’industria, non sempre giustificate. Si rischia una recessione profonda dei consumi. Quanto alla redditività media della distribuzione moderna segnalata da Mediobanca all'1,7%, nel 2022 tenderà ad avvicinarsi allo zero”.

Dal versante dell’industria, Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo e di BolognaFiere, ha scelto una posizione diplomatica. A margine della presentazione, alla domanda se condividesse la posizione di netta chiusura di Centromarca alla richiesta di moratoria dei prezzi dei distributori, ha risposto: “Granarolo, come tante altre imprese, lavora sia per produrre prodotti di marca sia per le private label e, in questa fase, sta valutando se continuare a produrre per i brand di alcune catene commerciale o se esaminare altre proposte”.

Rivoluzione Coop

Infine, a 7 mesi dall’avvio della rivoluzione del prodotto a marchio Coop, Pedroni ha annunciato che l’arrivo sugli scaffali dei 5 mila prodotti (pari alla metà del fatturato globale) arriverà al 60% entro giugno e sarà sostanzialmente completato entro il 2023. Inoltre ha anticipato che “i primi risultati sono molto positivi e rispettano le attese”. Di più non ha voluto aggiungere. Di fatto Coop sembra voler seguire la strada tracciata da Conad, leader della marca privata.
La Mdd è un business ma per pochi player: Nel 2022 Conad dichiara un giro d'affari per la propria marca di 5,4 miliardi (+12,6% sul 2021), pari al 42% del totale Mdd e al 29,2% del fatturato Conad. Coop dovrebbe aver superato di poco i 3 miliardi di giro d'affari pari al 21% del fatturato delle sue 79 cooperative di consumo e Selex 1,6 miliardi (+10% con i brand Selex, Consilia, Vale e Il Gigante).
In tutto i Big 3 (stando alle dichiarazioni) sommano 10 miliardi, su 12,8 miliardi totali delle marche private. Il 78% del business fa quindi riferimento ai primi 3 player che staccano sempre di più i follower. Sempre stando alle dichiarazioni, VéGé avrebbe 480 milioni nella Mdd e Despar 400 milioni. Tutti gli altri sono molto indietro.

I numeri dei retailer

Secondo il Position paper “L’Italia di oggi e di domani: il ruolo sociale ed economico della distribuzione moderna”, realizzato da The European House-Ambrosetti per Associazione distribuzione moderna, nel 2022 “le aziende distributive hanno assorbito una parte molto significativa di aumento dei prezzi per un valore di 3,9 miliardi di euro, consentendo un risparmio medio per famiglia fino a 77 euro al mese”.

L’analisi del Paper delinea l’importanza fondamentale del settore distributivo italiano nella filiera agroalimentare: è responsabile dell'80% degli acquisti attraverso una rete di 25mila punti vendita e sui 600 miliardi di euro di fatturato complessivi della filiera (50 miliardi dei quali derivanti dall’export), 155 miliardi sono generati dalle aziende della Distribuzione Moderna, con un valore aggiunto diretto di 25,6 miliardi.

Dall’analisi dei bilanci di 651 aziende espositrici a Marca, emerge che tra il 2013 e il 2021 le aziende Mdd partner hanno avuto performance migliori rispetto alla media dell’industria alimentare e, secondo la survey realizzata da Ambrosetti la tendenza si conferma per l’anno appena concluso: 7 aziende su 10 dichiarano un aumento di fatturato, di cui il 27,1% in un range tra il 10-20% e il 24,1% tra il 20-30%.

Questo grazie anche alle relazioni di lungo periodo instaurate con le aziende della distribuzione moderna: oltre un terzo del campione dichiara di avere contratti di collaborazione superiori agli 8 anni.

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