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Mediobanca, il rally dei prezzi penalizza più l’industria della Gdo

Mediobanca, il rally dei prezzi penalizza più l’industria della Gdo
Mediobanca, il rally dei prezzi penalizza più l’industria della Gdo

Mediobanca, il rally dei prezzi penalizza più l’industria della Gdo

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

Inflazione e costo dell’energia massacrano più i margini dell’industria rispetto a quelli dei distributori, anche se alla fine le aziende industriali mantengono una redditività mediamente superiore di quasi il 50% rispetto ai retailer e difendono meglio il capitale investito.

Le prime statistiche sui bilanci 2022 della filiera, elaborate dall’osservatorio Gdo Mediobanca, sono state diffuse subito dopo la presentazione del Rapporto 2023 di Coop.
In dettaglio, l’ufficio studi di Mediobanca ha stimato per il 2022 una crescita media del fatturato dell’industria alimentare del 15,7% (a circa 75 miliardi di euro, compreso l’export) contro il +7,2% della grande distribuzione alimentare. Il Margine operativo lordo (misura l’efficienza) delle imprese è scivolato mediamente del 14% contro il 10% dei retailer, ma in valore assoluto si attesta al 6,6% per l’industria contro il 4,5% della distribuzione moderna. Il divario di redditività fra i due player della filiera si è ridotto: oggi è di circa il 47% contro il 54% del 2021.

La caduta dell’utile operativo (quello prima degli interessi e delle tasse) è molto simile (-18%) ma, alla fine, l’industria vanta un’incidenza del 3,6% sul fatturato e la grande distribuzione dell’1,9%. L’utile netto è, rispettivamente, il 3,2% e l’1,4% dei ricavi.

Tendenza chiara

Si tratta di dati medi, ma il trend generale è chiaro. Al suo interno ci sono realtà diversissime, per esempio nel 2022 Esselunga ha subìto un calo della redditività di circa il 30% (il Mol è il 5,7% del fatturato), il gruppo siciliano Arena del 15% (7,3%) ma Bennet lo ha migliorato del 16% (7,1%). Sul fronte dell’industria di marca, Caffè Borbone ha visto volatilizzarsi il 21% del Mol (ma nel primo semestre del 2023 lo ha quasi completamente recuperato) mentre per Mutti il dato è del -29% (incidenza del 7%).
Lo scorso marzo l’Osservatorio Gdo di Mediobanca aveva ipotizzato che, tenuto conto dell’inflazione sui beni alimentari (con punte del 14% nel carrello della spesa), solo la metà degli operatori sarebbe stata in grado di assorbire gli aumenti dei costi operativi senza portare in negativo la marginalità. Quindi l’anno scorso un retailer su due avrebbe registrato margini negativi.
Col senno di poi, forse una stima troppo pessimistica, perché i retailer hanno dimostrato una buona capacità di adattamento. Vedremo in dettaglio la situazione aggiornata dei big player della distribuzione con la pubblicazione del nuovo Osservatorio a cavallo del nuovo anno.

Miglior difesa

Durante la presentazione del Rapporto Coop, il curatore Albino Russo ha sottolineato che dall’Osservatorio Mediobanca per entrambi gli attori della filiera si è verificata “una significativa diminuzione del valore aggiunto e, a cascata, della marginalità operativa. Un impatto negativo che non cambia, però, il differenziale positivo delle performance a favore degli operatori industriali. In sostanza, le imprese dell’industria alimentare, e segnatamente quelle di maggiori dimensioni, evidenziano una redditività strutturalmente superiore a quella della grande distribuzione alimentare. E anche nel difficile frangente del 2022 la redditività dei mezzi propri dell’industria fa segnare una diminuzione meno pronunciata di quella della distribuzione”.
Tradotto in numeri, significa che, alla fine, gli industriali sono riusciti a difendere meglio il capitale investito degli azionisti: l’indice (Roe) delle imprese è sceso di circa il 7% al 6,8%, quello dei distributori di oltre il 16% al 4,6%.



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