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Margherita Distribuzione al rush finale: il rebus degli 838 addetti in 32 punti vendita

Margherita Distribuzione al rush finale: il rebus degli 838 addetti in 32 punti vendita
Margherita Distribuzione al rush finale: il rebus degli 838 addetti in 32 punti vendita

Margherita Distribuzione al rush finale: il rebus degli 838 addetti in 32 punti vendita

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Emanuele Scarci

di Emanuele Scarci

La pandemia costringe ai tempi supplementari la partita Conad-Auchan che avrebbe dovuto chiudersi lo scorso dicembre.

Questa settimana i rappresentanti di Margherita Distribuzione (al 51% controllata da Conad) ritorneranno al tavolo con i sindacati per sciogliere gli ultimi nodi. In ballo, per vari motivi, 32 punti vendita ex Simply/Auchan con 838 addetti, di cui 5 quadri.

E’ quanto rimane del gigantesco processo di ristrutturazione avviato dopo il deal del 31 luglio 2019 tra Conad e Auchan. I dettaglianti hanno smontato pezzo per pezzo la vecchia struttura di rete, di sede e logistica costituita da 17 mila addetti in 269 negozi, più varie sedi regionali. Alla fine la galassia Conad ha integrato circa il 55% della rete ex Auchan e ha assorbito una porzione dei quadri amministrativi; quasi il 40% della rete commerciale è finito in uno spezzatino di varie insegne. Il resto rimane da destinare: si tratta di negozi invenduti, con i relativi addetti, di esuberi per la riduzione delle superfici di vendita degli ipermercati, e di cessioni obbligate per limiti antitrust.

Rete inattiva

I punti vendita riguardano 21 iper, 2 superstore e 9 super distribuiti da Milano a Palermo, passando da Giugliano-Mugnano-Nola e Fiumicino. I problemi più caldi sono negli iper napoletani di Mugnano (92 addetti) e di Pompei (84) e di Palermo-Carini (84).

Conad aveva ribadito che avrebbe liquidato il veicolo Margherita Distribuzione entro lo scorso dicembre, ma l’emergenza sanitaria ha imposto lo slittamento, inoltre molti addetti hanno deciso di non accettare l’esodo volontario incentivato.

Meeting a breve

Il blocco dei licenziamenti (fino a ottobre per i servizi) ha aperto a un ampio ricorso alla Cig in deroga per covid.

Quale il quadro preciso? “Sui numeri - osserva il segretario nazionale di Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice - abbiamo chiesto all’azienda di fare chiarezza nel prossimo incontro. In quella sede proveremo a capire qualcosa sulle modalità di ricorso alla Cassa integrazione. Lo strumento attualmente impiegato è quello della Cigd per il personale “proveniente” dalla rete commerciale e della Cigs per cessazione per il personale di sede. Sembrerebbe che il core business di questo ultimo scampolo di esistenza di Margherita Distribuzione sia il ricorso agli ammortizzatori sociali più che la vendita di generi alimentari e non”.

Qualcosa non andava nell’accordo firmato per prima da Fisascat? “Assolutamente no – replica Dell’Orefice – il meccanismo degli incentivi all’esodo ha funzionato. Mi pare che le risoluzioni individuate sulla base di quegli importi (del tutto onorevoli) siano state operate in ragione di un accordo più che unitario. Infatti, dopo qualche mese, hanno firmato tutte le sigle”.

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