Il numero di persone che affrontano l'insicurezza alimentare nel mondo aumenterà fino a 243 milioni entro novembre, per un totale di 1,9 miliardi di persone, spiega una nuova ricerca "Food Security and the Coming Storm", di Eurasia Group e DevryBv Sustainable Strategies. Il report presentato a New York in occasione del vertice inaugurale del Global Citizen Now.

Questo report offre nuove previsioni e raccomandazioni politiche per questa crisi globale, basate su un approccio collaborativo tra i partner, affidandosi ad analisi di scenari geopolitici, modellazione del mercato ed esperienza in materia.

La guerra della Russia contro l'Ucraina ha sconvolto i mercati agricoli, aumentando l'inflazione alimentare e la fame nel mondo. Insieme alla pandemia Covid-19, la guerra e le reazioni dei paesi, stanno aumentando enormemente i prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale, aumentando il rischio di povertà, fame e malnutrizione.

Il report presenta tre potenziali traiettorie per la guerra tra Russia e Ucraina: unstable stalemate, escalation e climbdown. Il rapporto stima l'impatto di ciascuna di esse sull'insicurezza alimentare globale.

In particolare, lo scenario più probabile secondo Eurasia Group, l’unstable stalemate (con una probabilità del 70%), è anche il più grave per quanto riguarda la questione della fame del mondo.

Anche nello scenario più ottimistico, il "climbdown" (probabilità del 5%), che presuppone un cessate il fuoco e un'attenuazione del conflitto, il livello di insicurezza alimentare nel 2022 sarebbe comunque superiore a quella del 2021. Prima della guerra, i livelli di fame avevano già superato i precedenti record stabiliti nel 2021, con quasi 193 milioni di persone in condizioni di grave insicurezza alimentare e bisognose di assistenza urgente in 53 paesi e territori.

Nonostante queste previsioni negative, il rapporto afferma che, se tutte le nazioni cooperassero, una serie di misure potrebbe contribuire a ridurre le sofferenze umane in qualsiasi scenario di guerra. Tra queste, uno sforzo coordinato per mantenere aperto il commercio alimentare con l'Ucraina e la Russia nonostante le sanzioni e altre questioni di carattere bellico.