di Emanuele Scarci

Alta tensione in casa Lactalis Italia.

La denuncia di Coldiretti all’lspettorato centrale repressione frodi (Icqrf) per presunte pratiche sleali rischia di costare cara. Ma l’azienda si difende e l’8 febbraio verrà ascoltata al ministero dell’agricoltura per esporre le sue ragioni.
Lo scorso settembre Coldiretti ha denunciato Lactalis per aver modificato unilateralmente il contratto con i fornitori di latte, diminuendo i prezzi riconosciuti e introducendo anche un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani. Nel nostro paese, le pratiche commerciali scorrette sono perseguite ai sensi del decreto legislativo n.198 dell’8 novembre 2021.

Secondo notizie di stampa, sarebbe emerso che 16 fornitori sui 26 analizzati sono stati oggetto di una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali con riferimento al prezzo da parte della società Italatte, controllata da Lactalis.

La reazione

Lactalis ha risposto ricordando in un comunicato che Italatte “da tempo ha chiesto formalmente ad Icqrf un’audizione per illustrare le scelte e le modalità del proprio operato e che hanno portato alla proposta di revisione delle condizioni contrattuali con gli allevatori nell’aprile dell’anno scorso". Poi Lactalis precisa che "l’iter procedurale di verifica di Icqrf non risulta ancora completato e pertanto non può esservi alcuna evidenza dell’elevazione di sanzioni”.

Lo scorso 1° dicembre, nel corso di un incontro con la stampa, il ceo di Lactalis Italia Giovanni Pomella, a una domanda specifica sullo stato della denuncia di Coldiretti aveva risposto: “Non abbiamo alcuna evidenza. Noi comunque nel 2023 stiamo pagando il prezzo più alto della storia”.

Nel 2022 il prezzo del latte spot ha registrato una media in Italia di 57,90 cent/litro (dai 38,60 dell’anno precedente) e nel 2023 di 51 cent/litro. Lo scorso gennaio il prezzo ha ripiegato appena sotto la soglia dei 50 centesimi.

Gigante bianco

Lactalis Italia è il primo acquirente di latte nazionale con 1,5 miliardi di litri raccolti ed è tra i maggiori esportatori di formaggi duri. Conta su 31 stabilimenti e 4 mila referenze di prodotto tra latte, formaggi e salumi in 6 business unit: Galbani formaggi e salumi, Parmalat, Leerdammer, Castelli, Ambrosi. Nel portafoglio brand conta Invernizzi, Cademartori, Locatelli, Vallelata. Nel 2022 il gigante bianco ha realizzato ricavi aggregati per 2,9 miliardi, sommando i dati del gruppo Lactalis Italia con quelli della capogruppo Parmalat.