di Emanuele Scarci


Switch di canale e nel 2022 una fetta delle vendite di vino passa dalla grande distribuzione al fuori casa. Secondo i dati NielsenIQ, nel 2022 le vendite sono scivolate a volume del 6%, a 7,7 milioni di ettolitri, e a valore del 2% a 2,9 miliardi di euro.
“È indubbio come sul trend delle vendite nel canale della distribuzione moderna in Italia abbiano pesato diversi fattori - osserva Denis Pantini, responsabile di Wine monitor Nomisma -, come l’inflazione e il rallentamento economico, ma gli stessi andamenti sottendono anche uno spostamento nei consumi del periodo estivo e di inizio autunno verso il fuori casa, trainati altresì dalla ripresa del turismo dopo gli anni più critici della pandemia”.

Bollicine super
In dettaglio, secondo l’Osservatorio del vino Uiv-Ismea, l’impennata dell’inflazione del quarto trimestre dell’anno (+8% per i vini fermi e +5% per gli spumanti) ha pesato sulle vendite. Anche gli spumanti – fatta eccezione per il Prosecco, che ha chiuso l’ultimo quarto a saldo zero, e gli Charmat secchi +8% – archiviano un Natale in flessione del 3%. Lo Champagne è addirittura franato del 30%, anche per la carenza di prodotto.

A conti fatti, il vino più venduto nella distribuzione moderna rimane il Montepulciano d’Abruzzo. Seguito da Terre siciliane, Chianti, Puglia Igt e Lambrusco. Tuttavia il Chianti è il vino di maggior valore: fattura oltre 80 milioni e più dell’80% dell’intera produzione finisce sugli scaffali.

Alle spalle del Chianti, salgono sul podio, con 69 milioni di vendite, Terre siciliane, e, con 62, il Montepulciano. Più indietro, Puglia Igt con 46 milioni e Lambrusco con 39. Nel pacchetto di coda si collocano Moscato d’Asti, Prosecco frizzante, Muller Thurgau e Piemonte Cortese.